ESCLUSIVA - Retegui visto con gli occhi dell'ex compagno Gaston Fernandez: "Un debutto da film"

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ESCLUSIVA - Retegui visto con gli occhi dell'ex compagno Gaston Fernandez: "Un debutto da film"
Mateo Retegui
Mateo Retegui
Profimedia
Il centravanti oriundo chiamato da Mancini è di fronte a uno sliding doors importantissimo. Secondo il suo 'fratello maggiore' Gaston Fernandez, è l'inizio di un percorso che potrebbe portarlo a essere tra gli attaccanti più importanti d'Europa

A Mateo Retegui quasi non sembrerà vero di fare il suo esordio con la maglia dell'Italia al Diego Armando Maradona. Cresciuto nel Boca Juniors, dove l'aura di Diego regna sovrana da oltre quarant'anni, il centravanti chiamato a sorpresa da Roberto Mancini per il primo turno di qualificazioni all'Euro 2024 scenderà in campo per la prima volta nel Belpaese calpestando l'erba che rese grande il Pelusa. E, inoltre, non lo farà contro una nazionale qualsiasi bensì contro l'Inghilterra, che nel 1986 lo stesso Maradona si incaricò di annichilire creando al contempo la sua leggenda in una partita che era vista come una rivincita dopo la guerra del 1982 per le Malvinas.

"Un debutto da film per Mateo, figuriamoci se dovesse segnare" dichiara Gaston 'la Gata' Fernandez, ex attaccante argentino che con Retegui ha condiviso un periodo all'Estudiantes, un periodo nel quale i due hanno sviluppato una relazione fraterna. 16 anni più grande di Retegui, Fernandez ha preso sotto la sua ala l'attuale centravanti del Tigre, in quello che fu un passaggio di consegne spontaneo e amabile. "Avevo capito subito che sarebbe potuto diventare il nostro centravanti titolare, soprattutto per la sua capacità di essere decisivo negli ultimi metri", continua la Gata, che ricorda però come all'inizio l'allora tecnico Gabi Milito non gli concedeva troppi minuti: "Un giorno Mateo arriva all'allenamento e lo vedo adirato. Era contrariato dalla mancanza di minuti. Allora lo presi in disparte e gli dissi: 'se lavori come si deve, vedrai che sarai tu il nostro centravanti titolare'. Ed ero io uno dei quali avrebbe potuto rubare il posto!".

Per Fernandez, la convocazione di Mancini è "un attestato della sua grande maturità, e anche del fatto che se si lavora il premio arriva". Un attestato del fatto che i suoi 24 gol nelle 35 uscite con il Tigre hanno oltrepassato l'Oceano. Per il suo ex compagno di squadra, tuttavia, Retegui non sarà soltanto un giocatore di passaggio per via della momentanea penuria di attaccanti italiani, anche perché ormai ha scelto l'azzurro: "Mateo si è precluso la possibilità di giocare con l'Argentina, il suo paese. Ma va detto che l'Italia è una grande nazionale che cerca riscatto e non aver approfittato di questa possibilità sarebbe stato un peccato".

Interrogato sull'eventualità che Lionel Scaloni possa pentirsi in un futuro prossimo di aver lasciato andare un potenziale prospetto di centravanti, Fernandez ci ha riso su, citando un celebre proverbio argentino: "Con il giornale di lunedì sono bravi tutti. Non potremo mai sapere cosa sarebbe stato se... Adesso Mateo ha una grande opportunità con l'Italia e io sono sicuro che da questo momento in poi farà moltissima strada e sarà uno dei migliori attaccanti d'Europa". 

Molto forte fisicamente, Retegui ha sviluppato negli ultimi anni anche un'importante abilità nel gioco aereo, come ricorda lo stesso Fernandez, che ne risalta il miglioramento sotto questo punto di vista. Poi, per quanto riguarda il suo ruolo nell'economia del gioco, la Gata esclude che Retegui possa essere un mero terminale offensivo 'alla Icardi', ossia poco partecipe alla manovra: "In molti pensano che per via della sua stazza fisica sia soltanto un centravanti d'area. Ma si sbagliano. Mateo è capace di dialogare con i compagni, è cresciuto molto tecnicamente e sa associarsi con i colleghi di reparto". 

La sicurezza sul futuro rendimento di Retegui, che è apparso radiante nelle prime uscite in allenamento con la squadra di Mancini, è sostenuta anche dal saluto che i due si sono dati al momento della convocazione: "Quando ho avuto la certezza della sua presenza nella lista - dice Fernandez - gli ho scritto per congratularmi con lui, e abbiamo scherzato un po' sul suo adattamento a una nuova cultura e a una nuova lingua. Ma Mateo non solo è un calciatore importante bensì anche un ragazzo intelligente, e sono sicuro che in poco tempo parlerà anche l'italiano e non avrà problemi di comprensione". Per il momento, a Napoli e in Italia tutti si aspettano che Mateo parli bene una lingua su tutte, quella del gol. Un gol che se dovesse arrivare al Diego Armando Maradona, sarà l'incipit di un'avventura proprio da film.