La convinzione del Milan: "La Champions è tutta un'altra cosa", ma basterà?

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La convinzione del Milan: "La Champions è tutta un'altra cosa", ma basterà?
Brahim Diaz e Rafael Leao
Brahim Diaz e Rafael LeaoAFP
Più che al poker rifilato al Napoli pochi giorni fa al Maradona, per annullare il gap rispetto alla capolista, i rossoneri si afferrano alla tradizione europea del proprio club. In realtà servirà un po' di tutto, a cominciare dal fattore "San Siro" invocato, alla vigilia, da Pioli.

Il messaggio inviato dal Milan alla vigilia della gara d'andata dei quarti di finale di Champions League contro il Napoli è forte e chiaro: "La Champions è tutta un'altra cosa". Un concetto con una doppia chiave di lettura.

Da una parte, infatti, i rossoneri vogliono allontanare dalla propria testa i cattivi pensieri che potrebbero sorgere dando un'occhiata alla classifica della Serie A. I 22 punti di distacco dalla squadra di Luciano Spalletti, dopo 29 giornate di campionato, sono davvero tanti, tantissimi. Una differenza ancora più grande e grave se si considera che il Milan è la squadra campione d'Italia in carica.

Allo stesso modo, dall'altra parte, si vuole evitare di fare voli pindarici basandosi sul poker rifilato dieci giorni fa alla capolista, nel match a senso unico disputato al Diego Armando Maradona. La strategia milanista è chiara ed è degna dei migliori psicologi sportivi: per giocarcela alla pari contro una squadra che ha dimostrato per oltre sette mesi di essere più forte della nostra dobbiamo cancellare tutto quello che è stato, nel bene e nel male, e ripartire da zero.

Theo Hernández
Theo HernándezAFP

Giocarsela alla pari. È questo l'obiettivo del Milan che il giorno del sorteggio si era vista affibbiare la dura etichetta della vittima da sacrificare sull'altare della migliore squadra del campionato italiano. Un vero e proprio sacrilegio per un club che ha nella propria bacheca ben sette Coppe dei Campioni-Champions League.

Ed è proprio su questo punto che hanno insistito, alla vigilia, sia Stefano Pioli che Theo Hernández: "Vincere la Champions? Certo che si può", ha assicurato il capitano rossonero. Un po' come a a dire: siamo il Milan, non lo dimenticate. A star a sentire il terzino sinistro francese "la cosa più importante è fare quello di cui siamo capaci".

Evidentemente, Theo, si riferisce alla versione ordinata e gagliarda vista in Europa e non di certo a quella che venerdì scorso non è riuscita ad andare oltre lo 0-0 in campionato contro l'Empoli: "Il 4-0 in campionato non ha cambiato gli equilibri, domani sarà un’altra partita. Ci aspettiamo un Napoli forte, ma l’abbiamo preparata molto bene". 

Stefano Pioli
Stefano PioliAFP

E no. Il 4-0 non può aver cambiato gli equilibri. Sicuramente, però, ha ridotto, quantomeno dal punto di vista mentale, l'abissale differenza che prima dell'incontro del Maradona sembrava esserci a favore degli azzurri. E, quindi, dimentichiamo quello che sta succedendo in Serie A, cancelliamolo completamente se possibile: "La Champions col campionato non c’entra nulla, sono due cose diverse con squadre diverse. Credo che in campo vedremo equilibrio, ma sarà tutta un’altra cosa rispetto al campionato. Lì abbiamo avuto indicazioni, certo, abbiamo dimostrato di essere all’altezza, ma non sarà lo stesso tipo di gara", ha assicurato il tecnico emiliano.

Nelle prossime due partite di Champions servirà, così, la squadra vista nella doppia sfida contro il Tottenham: quella bella, anche se sciupona, di Milano e quella solida di Londra. Due prove di grande sostanza durante le quali l'obiettivo principale dovrà essere quello di minimizzare, per quanto possibile, l'impatto sull'eliminatoria dei propri punti deboli e, quelli ostentati dal Milan in campionato, non sono pochi. Insomma, fare di necessità virtù e, allo stesso tempo, esaltare gli aspetti positivi, quei piccoli grandi dettagli che, soprattutto in Europa, hanno fatto la differenza. Almeno sinora. A cominciare dal fattore San Siro: "Domani non scenderà in campo la storia, ma San Siro", ha sottolineato Pioli.

Il tifo infernale che sicuramente renderà ancorà più incandendescente l'atmosfera nel tempio pagano del calcio milanese sarà di certo congeniale al Diavolo, ma si tratta di una condizione necessaria all'impresa, ma non sufficiente. Il resto dovranno mettercelo Brahim Diaz (l'eroe contro il Tottenham), Rafael Leao (mattatore al Maradona) e tutti i loro compagni. Prendendo quanto di buono fato un po' qui e un po' lì, un po' in Champions e un po' in campionato.