Dzeko, da riserva a mattatore: il Cigno di Sarajevo si rifiuta d'invecchiare

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Dzeko, da riserva a mattatore: il Cigno di Sarajevo si rifiuta d'invecchiare

La grinta del cigno di Sarajevo
La grinta del cigno di SarajevoAFP
Un attaccante atipico, perché completo e soprattutto altruista, come lui stesso ci ha tenuto a sottolineare: "Chi mi conosce sa che io sono questo. Io do tanto di più, non solo i gol. Per questo, sono contento anche se non segno". Ed è così che ha sbaragliato la concorrenza, dello sfortunato, Lukaku

Questa avrebbe dovuto essere l'ultima stagione di Edin Dzeko con la maglia nerazzurra. E non è detto che, nella confusione generale di casa Inter, possa davvero essere così: "Quando firmo? Bisogna chiederlo alla società, dipende da loro", ha assicurato, ieri sera, dopo la vittoria contro il Milan nella semifinale d'andata di Champions League.

La scorsa estate, quella formata da Lautaro Martínez e Romelu Lukaku avrebbe dovuto essere, infatti, la coppia gol di Simone Inzaghi. Come sappiamo, però, è andata in maniera diversa e il Cigno di Sarajevo ha approfittato alla grande dell'occasione che il fato gli ha concesso a causa dell'infortunio di Big Rom, tornato in forma soltanto a primavera inoltrata.

Ed è anche per questa ragione che Inzaghi non ha voluto cambiare gli automatismi su cui ha lavorato praticamente per tutta la stagione. Anche perché, sotto la luce del bosniaco, Lautaro Martinez ha cominciato a brillare come mai aveva fatto nella sua carriera.

Un attaccante atipico, perché completo e soprattutto altruista, come lui stesso ci ha tenuto, a ragione, a sottolineare: "Mi sentivo più fresco, magari perché ho riposato 3 giorni fa. Tutta la squadra era molto carica, un derby in semifinale non capita tutti gli anni. Siamo stati concentrati tutti fino alla fine e questo ci ha premiato. Chi mi conosce sa che io sono questo. Io do tanto di più, non solo i gol. Per questo, sono contento anche se non segno".

Assieme a BigRom
Assieme a BigRomAFP

Un gol per la storia

Esperienza, intelligenza tattica, tecnica privilegiata, portento fisico nonostante i 37 anni. I suoi movimenti aiutano la squadra a trovare la superiorità numerica in diversi settori del campo, agevolando la manovra. E, dopo aver fatto una, due o tre sponde o aver tenuto palla per fare uscira la squadra, è sempre il primo a caricare verso l'area di rigore avversaria.

La mappa di calore di Edin Dzeko contro il Milan
La mappa di calore di Edin Dzeko contro il MilanFlashscore

In effetti, da un po' di tempo, il gol non è esattamente la sua specialità. Ha capito che gli anni passano anche per lui e che gli affamati goleador più giovani lo avrebbero presto mandato in pensione se non fosse riuscito a diventare fondamentale per la squadra in un altro modo.

E non c'è che dire, c'è riuscito alla grande. Tuttavia, oggi, non si può fare a meno di celebrare il gol che rende onore al suo soprannome, ereditato da un certo Marco Van Basten. Un movimento da cigno, quando Davide Calabria era sicuro di essere riuscito a bloccarlo.

Una rete che avvicina l'Inter alla finale di Champions League, ma che entra direttamente anche nel suo curriculum personale. Dzeko, infatti, è diventa l'undicesimo giocatore capace di andare a segno in una semifinale di Champions con due maglie diverse. Il primo a farlo con due squadre italiane (Roma e Inter).

Allo stesso tempo, soltanto un mito come Ryan Giggs è riuscito a segnare in una semifinale della massima competizione europea più tardi di lui.

I goleador più "vecchi" in una semifinale di Champions League

1 Ryan Giggs (Manchester United) 37 anni e 148 giorni

2 Edin Dzeko (Inter) 37 anni e 54 giorni

3 Phillip Cocu (PSV) 34 anni e 187 giorni4 Xabi Alonso (Bayern) 34 anni e 160 giorni5 Karim Benzema (Real Madrid) 34 anni e 136 giorni

Il momento del gol
Il momento del golAFP