Champions League, Inter: Inzaghi e la riscoperta della staffetta

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Champions League, Inter: Inzaghi e la riscoperta della staffetta
Simone Inzaghi
Simone InzaghiAFP
Il tecnico emiliano ha praticamente tutti i propri uomini a disposizione. Dzeko e Lukaku si alterneranno in attacco, mentre a centrocampo Mkhitaryan ha tutta l'intenzione di riprendersi il proprio posto. Buone notizie, insomma, per i nerazzurri perché mantenere alta l'intensità è una condizione necessaria per battere un colosso come il Manchester City.

"Dovremo essere attenti a fare una prestazione da squadra vera. Con di fronte i migliori, una squadra fantastica e un allenatore che ha segnato un'epoca, bisognerà essere perfetti".

E ancora: "Nel calcio non vince sempre chi è favorito. Le gare possono essere decise dagli episodi e dobbiamo essere bravi a portarli dalla nostra parte perché possono fare la differenza."

Simone Inzaghi ha indicato la strada, ma dovranno essere Lautaro Martinez e compagni a percorrerla se vorranno battere il Manchester City nell'ultimo atto della Champions League 2022-2023. E non ci riferiamo solo agli undici calciatori che verranno scelti dal tecnico emiliano per far parte della formazione titolare, ma anche e soprattutto a quelli che entreranno a partita in corso.

Lautaro Martínez
Lautaro MartínezAFP

E già, perché è proprio questo il segreto della riscossa nerazzurra, quella che ha permesso all'Inter, dopo due terzi di stagione deludenti, di conquistare una delle prime quattro piazze in campionato, la Coppa Italia e la possibilità di giocarsi in 90 minuti il titolo di campioni d'Europa.

"Negli ultimi tre mesi, quando ho recuperato tutti i giocatori e ho potuto fare rotazioni ogni 48-72 ore, l'Inter ha fatto grandi cose".

Da Rivera-Mazzola a Dzeko-Lukaku

"Non ho ancora deciso chi giocherà tra Lukaku e Dzeko, ma non ho deciso neppure a metà campo e in difesa perché adesso ho la possibilità di scegliere che, per un allenatore, è la cosa migliore possibile".

Quando dice "giocherà", Inzaghi intende chi comincerà l'incontro, perché è praticamente sicuro che entrambi scenderanno in campo. Quando in Italia si parla di staffetta viene subito in mente quella del Mondiale messicano del 1970 tra Gianni Rivera e Sandro Mazzola.

Il cigno e BigRom
Il cigno e BigRomAFP

A differenza di Ferruccio Valcareggi e complice l'infortunio del colosso di proprietà del Chelsea, il tecnico emiliano non ha avuto problemi a far accettare al centravanti belga il suo nuovo ruolo. E così, almeno guardando a quanto successo nelle ultime settimane, sarà soltanto una volta scoccata l'ora di gioco che arriverà il momento di Big Rom.

"È la mia prima finale, e forse anche l’ultima! Voglio godermela", ha ammesso Dzeko alla vigilia. E, comunque vada a finire, se la godrà.

Il ritorno del guerriero armeno

Continuiamo a farci guidare dalle buone sensazioni di Inzaghi. E del resto senza ottimismo e buonumore non si può di certo sperare di battere una corazzata come il City.

"I recuperi di Lukaku, Brozovic, Skriniar, Calhanoglu non si possono regalare. Un allenatore può avere delle idee, ma magari all'ultimo risveglio muscolare cambia idea".

Resta da capire se il tecnico emiliano non abbia nominato anche Henrikh Mkhitaryan per una semplice dimenticanza o per pura, purissima pretattica.

Il guerriero armeno
Il guerriero armenoAFP

Il guerriero armeno è pronto - o, almeno, questo è ciò che lui crede - a riprendersi la propria maglia da titolare, quella che Marcelo Brozovic gli ha sfilato a causa dell'infortunio rimediato nella semifinale d'andata contro il Milan.

Sebbene non sia da escludere categoricamente, è molto difficile credere che Inzaghi lo rischi sin dall'inizio, considerato che l'armeno è rientrato in gruppo soltanto mercoledì scorso

Ed è per questa ragione che anche in questo caso, invece che parlare di ballottaggio, probabilmente sarebbe più corretto utilizzare la parola staffetta. Un'altra. Una delle tante a disposizione di Inzaghi che potrà così mantenere alta l'intesità della propria squadra che è la condizione necessaria per permettere all'Inter di proclamarsi campione d'Europa.