Buffon: "Lasciare il Psg il mio più grande rimpianto, Sarri si era fatto dei nemici"

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Buffon: "Lasciare il Psg il mio più grande rimpianto, Sarri si era fatto dei nemici"

Gianluigi Buffon
Gianluigi BuffonProfimedia
A 45 anni, c'è tanto da analizzare nella carriera di uno dei migliori portieri della storia del calcio, Gianluigi Buffon, che si è raccontato ai microfoni di BoboTV.

Gigi Buffon (45) è tornato a parlare a BoboTV, dove è ritornato sul passato e su alcuni retroscena degli ultimi anni tra Psg e Juventus. 

Proprio la squadra parigina, a sua detta, rappresenta il suo più grande rimpianto: "Al Paris Saint-Germain ho vissuto l'esperienza più bella della mia vita e andare via è stato l'errore più grande della mia carriera, i miei figli mi chiedono ancora perché. A Parigi mi sentivo un uomo libero, parlavo francese e andavo ai musei. Ho rinunciato a 10 milioni di euro, volevano far giocare Areola e io non riuscivo ad accettarlo. E poi non vedrò mai più un livello alto come in quella squadra, il torello era uno spettacolo e lì ho capito la forza di Verratti. Sapevo di essere in una squadra fortissima, ma mancava l'attitudine della Juve. La partita contro il Manchester United in Champions League è il più grande rimpianto della mia vita". 

Proprio riguardo il suo ritorno in bianconero, Buffon è tornato anche su Maurizio Sarri, e quell'anno di alti e bassi in casa Juve: "So cosa non ha funzionato alla Juventus. Purtroppo alcune volte per difendere le scelte bisogna inimicarsi qualcuno... Per come si è proposto il mister è stato quasi subito lasciato alla mercé dei risultati. Ho un bellissimo ricordo, nel mio piccolo ho cercato di dargli una mano e mi sento ancora adesso con lui".

Belle parole per Sarri, ma anche per Massimiliano Allegri: "Non fa catenaccio, ma si affida tanto ai giocatori: sono loro che capiscono come muoversi. Neymar vorrebbe avere un allenatore così".

E sulla sua Juve e la stagione particolare che sta vivendo l'ex portiere della Nazionale ha spiegato: "Ora ci sono difficoltà, ma la Juve sta reagendo da Juve: vedo compattezza e unione, al di là che possa piacere o no come gioco. I 15 punti di penalizzazione in classifica e il cambio della dirigenza hanno permesso ai ragazzi di fare gruppo per sfidare l'ingiustizia". 

Il ritiro è vicino

Infine, un cenno al futuro, che nonostante i 45 anni è ancora da decidere: "Un mio ritorno in Nazionale sarebbe la cosa più sbagliata, bloccherei la crescita di un serbatoio che c'é. Mi piacerebbe smettere di giocare al massimo dopo la prossima stagione, non di più. Sono competitivo e sempre insoddisfatto, vado al campo per migliorarmi sempre e non voglio mai essere considerato un numero due".