Petrucci contro Banchero: “Mi sento preso in giro, abbiamo saputo la scelta dalle agenzie”

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Petrucci contro Banchero: “Mi sento preso in giro, abbiamo saputo la scelta dalle agenzie”

Paolo Banchero
Paolo BancheroAFP
Il presidente della FIP ha spiegato nel dettaglio quanto accaduto negli ultimi mesi, attaccando il giocatore non per la scelta ma per le modalità in cui ha gestito l'intera vicenda.

Paolo Banchero ha deciso: la sua nazionale sarà quella statunitense, con la quale disputerà il Mondiale 2023 di basket di Filippine, Indonesia e Giappone, in scena tra il 25 agosto e il 10 settembre.

Una scelta contro la quale si è scagliato in maniera diretta Gianni Petrucci, presidente della FIP, che ai microfoni della Gazzetta delllo Sport ha criticato il cestista americano non tanto per la decisione ma per le modalità con cui è arrivata. 

"Scelta legittima ma bastava una telefonata per comunicarcelo, invece l’abbiamo saputo dalle agenzie. Non siamo noi gli illusi, ho una cronologia di sue dichiarazioni. Nel 2019 ha la sua famiglia voleva diventare italiana e noi l’abbiamo aiutata, poi nel 2020 Paolo ha dichiarato che voleva aiutare l’Italia a qualificarsi per i Giochi di Parigi e in seguito che la sua intenzione era di giocare per la Nazionale se non in questa estate, in quella successiva. In ultimo il padre di Paolo ha scritto al nostro direttore generale Trainotti chiedendogli di aiutare la sua famiglia a venire in Italia" ha spiegato Petrucci. 

Il numero uno della FIP ha poi aggiunto: "Quando Paolo ha capito il suo valore all’interno dell’NBA è terminato l’aspetto romantico. Nei giorni scorsi è stato a Milano e, nonostante gli impegni presi dalla sua agenzia per incontrarci, ha evitato ogni contatto con il Poz".

Poi ha spiegato: "Questa scelta non la reputo come un vero e proprio tradimento, visto che nello sport queste situazioni accadono e personalmente sono allenato. La considero però una presa in giro. E aggiungo che grazie all’ottima organizzazione di MasterGroup e del suo direttore generale Antonio Santamaria era stato sviluppato un piano per investire sulla sua immagine in Italia". 

Petrucci ha poi concluso amaramente: "Chiudo qui citando Pirandello: ‘Esistono tante maschere e pochi volti’. Ho detto tutto”.