Analisi: l'attacco, l'arma principale del Brasile

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Analisi: l'attacco, l'arma principale del Brasile
Analisi: l'attacco, l'arma principale del Brasile
Analisi: l'attacco, l'arma principale del BrasileProfimedia
Dopo un periodo di grandi successi, il tecnico Tite si affida ai nomi che gli hanno permesso di ottenere il primo posto nelle qualificazioni. L'obiettivo del Brasile è quello di vincere il loro sesto titolo mondiale in Qatar, con Vinicius e Neymar come grandi protagonisti.

Per una squadra cinque volte campione del mondo, 20 anni senza il trofeo sono tanti. Pertanto, vincere il sesto Mondiale è l'unico obiettivo del Brasile in Qatar. Se la missione dovesse fallire nuovamente, si registrerà il peggior periodo per la verdeoro, pari a quello tra il 1970 e il 1994.

Nonostante la pressione, la fiducia nel titolo è alta. Il lavoro di Tite (61), sulla panchina della Seleção da sei anni, è stato molto importante. E la squadra, che nel 2018 in attacco poteva contare solo su Neymar (30), ha sfornato recentemente vari attaccanti di alto livello come Richarlison (25), Raphinha (25), Vinicius (22) e Antony (22).

La nazionale brasiliana è imbattuta dalla sconfitta nella finale di Copa America 2021, con 12 vittorie e tre pareggi. La mancanza di partite contro squadre europee, però, lascia un asterisco sugli ottimi numeri registrati. Nell'intero ciclo di avvicinamento al Qatar, il Brasile ha avuto un solo avversario continentale: la Repubblica Ceca, in un'amichevole giocata a Praga conclusasi con una vittoria brasiliana.

E sono proprio le squadre europee il più grande ostacolo per il Brasile nella sua ricerca del sesto titolo. La vittoria sulla Germania nella finale del 2002 è stata l'ultima in una partita a eliminazione diretta contro una squadra del continente. Da allora, la nazionale è stata eliminata ogni volta che ha affrontato una squadra europea in una partita da dentro o fuori.

PUNTI DI FORZAL'armonia raggiunta dalla nazionale brasiliana dall'arrivo di Tite è uno dei grandi punti di forza nella ricerca della sesta stella sulla maglia. La spina dorsale formata da Alisson (30), Thiago Silva (38), Marquinhos (28), Casemiro (30) e Neymar è difficilmente superabile da qualsiasi altro favorito per il titolo.

Resta in evidenza la solidità difensiva, segno distintivo del primo ciclo del tecnico: solo cinque sono state infatti le reti subite nelle ultime 15 partite. E se nel 2018 c'erano dubbi sulla capacità offensiva dei brasiliani, ora questi dubbi sembrano essere spariti. 

Non a caso, Tite ha convocato ben nove attaccanti tra i 26 convocati.

Nelle situazioni avverse che si presenteranno sicuramente in Qatar, il tecnico potrà così chiudere gli occhi e scegliere dalla panchina qualcuno in grado di cambiare la partita. A differenza del 2010, 2014 e 2018, quando al Brasile mancavano riserve che avrebbero avuto un impatto immediato al momento del loro ingresso in campo.

PUNTI DEBOLI

I terzini sono senza dubbio la principale preoccupazione del Brasile in Qatar. La carenza nel settore è stata messa in luce dalla convocazione di Daniel Alves (39), ormai non più nell'élite del calcio mondiale. Il titolare della fascia destra Danilo (31) è stato più difensore centrale che terzino alla Juventus, e lo stesso discorso vale anche per il terzino sinistro Alex Sandro (31).

Oltre a non essere al passo con il resto della formazione titolare, i due potrebbero non rappresentare la migliore opzione per ciò che Tite chiede ai terzini della sua squadra: costruire gioco all'interno. Ed è proprio per la qualità in questo senso che il tecnico ha convocato Alves, ignaro delle polemiche che hanno avuto origine dopo la sua decisione.

E sebbene il sistema difensivo abbia grandi interpreti e ottimi numeri, il problema sembra essere relativo alle palle alte, visto che tre degli ultimi cinque gol subiti sono arrivati proprio in questo modo. Questa potenziale fragilità potrebbe essere subito evidente nella gara d'esordio contro una Serbia dotata di molti giocatori alti.

UNDICI INIZIALE (4-2-3-1)

Alisson; Danilo, Thiago Silva, Marquinhos, Alex Sandro; Casemiro, Fred; Raphinha, Neymar, Vinicius; Richarlison.

L'idea è quella di schierare Neymar nel ruolo di numero 10 e Vinicius jr come ala sinistra. Ma, indipendentemente dalle posizioni, il segno distintivo dell'attacco è l'intenso movimento tra i giocatori, ancora di più se prendiamo in considerazione l'ipotesi di Richarlison come centravanti mobile.

In mezzo, Fred (29) sarà chiamato a unire il quartetto d'attacco per creare superiorità numerica, mentre Casemiro sarà schierato più indietro, all'altezza dei terzini. Senza palla i verdeoro giocheranno con un 4-4-2 di partenza, con Neymar libero di muoversi a suo piacimento in avanti.

Tite, però, ha già provato varianti al sistema di gioco. Se dovesse optare per Eder Militao (24) invece di uno dei terzini, la squadra partirà da una difesa a tre al momento di avere il possesso.

IL NODO DA SCIOGLIEREIn mezzo al campo, la rivalità principale è quella tra Fred e Paquetà (25)nel ruolo di scudiero di Casemiro, senza dimenticare Bruno Guimaraes, che sta facendo benissimo al Newcastle. L'impressione è che per il momento Tite farà giocare Fred per dare più contenimento e Paquetà per garantire più spinta offensiva. 

In difesa Danilo è titolare per mancanza di concorrenza, ma al suo posto non è escluso l'impiego di Militao, che non gioca sulla fascia dai tempi del Porto. Tuttavia, Tite lo ha già provato lì in alcune occasioni, e potrebbe ripetere la scelta in Qatar.

IL PRONOSTICO

I bookmaker e gli specialisti sono chiari: il Brasile è il favorito per il titolo mondiale. Per confermare questo status la squadra dovrà da subito dimostrare la sua forza contro avversarie importanti nel proprio girone come Serbia e Svizzera, con le quali si sfidò anche nel girone del 2018.

E a differenza degli ultimi quattro tornei, agli ottavi di finale i verdeoro potrebbero avere come possibili avversari Portogallo e Uruguay. Da lì in poi, il percorso brasiliano in Qatar sarebbe pieno di trappole, e il possibile cammino verso la finale vede la Spagna nei quarti e l'Argentina in semifinale.

Per conquistare finalmente l'ambita sesta coppa, sarà necessario porre fine alla scomoda maledizione contro gli europei nella fase a eliminazione diretta. La squadra di Tite ha qualità in abbondanza per andare oltre questo ostacolo e ha tutte le carte in regola per riportare il Brasile in cima al mondo.