Lutto nel mondo del tennis: la leggenda Nicola Pietrangeli muore a 92 anni

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Nicola Pietrangeli
Nicola PietrangeliCLAUDIO ONORATI / EPA / Profimedia

Il capitano della prima Italia campione di Davis nel 1976 in Cile è stato per quasi 65 anni il tennista più titolato di tutti gli italiani, prima dell'esplosione di Sinner. Dice addio il primo azzurro a vincere un trofeo dello Slam. La camera ardente al Foro Italico.

L’Italia del tennis saluta una delle sue più grandi icone. È scomparso a 92 anni Nicola Pietrangeli, primo atleta azzurro capace di conquistare uno Slam. Ne vinse due, entrambi al Roland Garros, nel 1959 e nel 1960, restando per quasi 65 anni il più titolato italiano fino al sorpasso di Jannik Sinner dello scorso 26 gennaio, quando il giovane campione arrivò a quota tre.

Nato in Tunisia nel 1933, Pietrangeli fu anche il capitano della squadra che nel 1976 regalò all’Italia la sua prima storica Coppa Davis. L'Italia perde così uno dei suoi personaggi storici più importanti di sempre. 

La famiglia di Nicola Pietrangeli - come apprende l'ANSA - per un ultimo saluto alla leggenda del tennis, seguendo le sue volontà, ha scelto lo stadio a lui dedicato all'interno dell'impianto del Foro Italico. La camera ardente sarà così disposta mercoledì 3 dicembre a partire dalle 9 e fino alle ore 12 quando poi è in programma anche una commemorazione. I funerali nella stessa giornata alle 15 nella Chiesa di Santa Maria della Gran Madre di Dio a Ponte Milvio.

"L'amico"

"Nicola era il mio amico, anche se ci beccavamo ogni tanto, ma era un gioco che facevamo". Così Adriano Panatta, intervenuto a 'Storie Italiane' (Rai1), ha ricordato Nicola Pietrangeli, scomparso questa mattina: "Io lo voglio ricordare con allegria, è stato un personaggio straordinario, al di là di essere un campione assoluto che ha vinto praticamente tutto quello che c'era da vincere nel periodo in cui giocava - ha detto Panatta -. Alla mia nascita lui era un 17enne che giocava al tennis Parioli ed era già una promessa, poi abbiamo fatto un po' il cambio della guardia io e lui. Abbiamo anche giocato insieme, ci siamo divertiti abbiamo fatto le vacanze insieme. Io e Nicola eravamo molto amici", ha aggiunto.

Ha poi rivelato il dolore vissuto da Pietrangeli negli ultimi mesi per la perdita del figlio: "La cosa che mi faceva più male in questo ultimo periodo era che non volevo che soffrisse: lui ha avuto un colpo tremendo quando è morto Giorgino. L'ultima volta che l'ho chiamato, pochi giorni fa, gli ho detto 'alzati dal letto, accidenti a te'. Lui mi diceva che non voleva. Però ha fatto una vita bellissima".

Un "gigante"

"Oggi il nostro tennis perde un gigante. È stato il primo idolo e il primo vero punto di riferimento per chiunque abbia amato questo sport. Per noi che indossiamo o abbiamo indossato la maglia azzurra, non è mai stato soltanto un grande campione del passato".

I capitani di Coppa Davis e BJK Cup, Filippo Volandri e Tathiana Garbin, ricordano Nicola Pietrangeli nel giorno della sua scomparsa: "Ha aperto la strada a tutti noi. Le sue vittorie, la sua personalità e il suo modo di vivere il tennis hanno permesso all'Italia di credere di poter competere ai massimi livelli. Siamo cresciuti con i suoi racconti, con la sua passione travolgente, con la sua capacità di farci sentire parte di una storia più grande. Perdiamo un simbolo e un maestro, ma il suo spirito resterà con noi, in ogni Coppa Davis e in ogni ragazzo che entra in campo con la maglia azzurra", ha sottolineato Volandri.

Anche per Garbin "Nicola è stato un punto fermo del nostro tennis. Per la mia generazione è stata una guida silenziosa – aggiunge – . La sua storia resterà per sempre intrecciata a quella di Lea Pericoli: insieme hanno acceso la prima grande luce del tennis italiano, facendo innamorare intere generazioni e dando stile, anima e identità al nostro movimento".

Garbin poi conclude: "Perdiamo una pietra miliare del nostro sport, ma quello che Nicola ci ha lasciato va ben oltre i risultati e i trofei. Vive nelle nostre Nazionali, nelle ragazze che scendono in campo con il sogno di indossare l’azzurro, in chi ogni giorno lavora per portare avanti quei valori che lui ha incarnato così bene".

Il cordoglio di Binaghi

"Il tennis italiano perde il suo simbolo più grande, e io perdo un amico", comincia così il ricordo su Nicola Pietrangeli di Angelo Binaghi, presidente della FITP. "Nicola non è stato soltanto un campione: è stato il primo a insegnarci cosa volesse dire vincere davvero, dentro e fuori dal campo - ha aggiunto -. È stato il punto di partenza di tutto quello che il nostro tennis è diventato. Con lui abbiamo capito che anche noi potevamo competere con il mondo, che sognare in grande non era più un azzardo".

E poi ancora: "Quando si parla di Nicola, si pensa subito ai record, alle Coppe Davis, ai titoli e ai trionfi che resteranno per sempre nella nostra storia. Ma la verità è che Nicola era molto di più. Era un modo di essere. Con la sua ironia tagliente, il suo spirito libero, la sua voglia inesauribile di vivere e di scherzare, riusciva a rendere il tennis qualcosa di umano, di vero, di profondamente italiano".

Un "rivoluzionario"

"Oggi è un giorno triste per l'Italia, in particolare per lo sport, ci lascia una leggenda, Nicola Pietrangeli, simbolo del tennis nazionale e internazionale. La sua storia, i suoi successi e il suo stile hanno segnato generazioni di appassionati, contribuendo in modo indelebile alla crescita e alla diffusione di questa meravigliosa disciplina nella nostra nazione".

Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani, ricorda così Nicola Pietrangeli, scomparso a 92 anni: "È difficile saper coniugare la grandezza dello sportivo con la semplicità dell'uomo, per certi versi un rivoluzionario che ha scritto la storia del tennis italiano. Ecco Nicola era proprio questo, ma soprattutto ci lascia un amico, una persona schietta che ha combattuto intensamente e che ci regala un'eredità immensa, non solo sportiva, ma culturale e valoriale. Sono certo che il suo esempio continuerà a vivere nei nostri ricordi e nel futuro dello sport", conclude.

"Un'icona"

"La scomparsa di Nicola Pietrangeli addolora profondamente tutto lo sport italiano". Il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio, ricorda così in una nota la leggenda del tennis italiano, scomparso oggi a 92 anni.

"Con lui perdiamo non solo un campione straordinario, ma un'icona, un simbolo eterno della sua disciplina – ha aggiunto –. Pietrangeli ha incarnato il tennis italiano: il suo talento, il suo carisma e le sue vittorie hanno attraversato indissolubilmente intere generazioni. Con i suoi successi ha portato l'Italia sulla ribalta internazionale, aprendo la strada a una tradizione che oggi continua a brillare grazie anche al solco da lui tracciato". 

Poi conclude: "Oggi perdiamo un punto di riferimento assoluto, un ambasciatore autentico dei valori che accomunano il nostro mondo. Alla sua famiglia, al presidente Angelo Binaghi e all'intero movimento del tennis italiano va il cordoglio più sincero mio e del Coni".