Le alterne fortune da allenatori dei campioni del mondo del 2006

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Le alterne fortune da allenatori dei campioni del mondo del 2006
Fabio Grosso
Fabio GrossoProfimedia
Fabio Grosso è l'unico degli eroi di Berlino a vivere un'esperienza importante da tecnico in un momento marcato dagli esoneri di Gattuso e Cannavaro.

Tra coloro che nella storica finale dei Mondiali 2006 tra Italia e Francia si sono incaricati di eseguire uno dei fatidici calci di rigore, Fabio Grosso è stato quello con più responsabilità, in quanto tiratore decisivo. Il suo sinistro all'incrocio dei pali ha fatto esplodere di gioia tutto un paese, ed è stato probabilmente il suo ultimo grande lampo da calciatore, nonostante gli anni all'Inter, al Lione e alla Juventus. Dall'occhio critico e analitico, l'ex terzino ha poi compreso subito che poteva prendere la strada di tecnico, partendo dalla Primavera della Juve.

Oggi, tra i tanti campioni laureatisi a Berlino, è l'unico che davvero sta vivendo un momento importante. All'indomani degli esoneri di Gennaro Gattuso dal Valencia e di Fabio Cannavaro dal Benevento, il tiratore del penalty decisivo, che incoronò gli azzurri in Germania, rappresenta l'eccezione alla regola.

Perché tra i componenti della spedizione che arrivò fino in fondo a Berlino sono stati tanti coloro che hanno deciso d'intraprendere il percorso di allenatore. Molti, tuttavia, si sono già un po' scottati, come i già citati Gattuso e Cannavaro, che seppur con esperienze diverse ultimamente non hanno certo vissuto momenti esaltanti nei tempi recenti. Per il tecnico calabrese l'unica gioia è stata la Coppa Italia vinta col Napoli nel 2020, mentre il partenopeo non ha ancora allenato una realtà solida in Europa dopo un lunghissimo - forse troppo - apprendistato in Cina. 

Discorso leggermente diverso per Andrea Pirlo, che fu praticamente costretto nell'estate 2020 a prendere per mano la Juventus da novizio, e nonostante la qualificazione in Champions League, arrivata per il rotto della cuffia, ha dovuto poi cercare spazio in Turchia, dove adesso dirige il Karagumruk, attualmente ottavo in classifica.

B come Berlino

Dei reduci dall'oro in Germania, ce ne sono vari che stanno dando battaglia nella serie cadetta. A parte il già citato Grosso, il cui Frosinone guarda tutti dall'alto da 13 giornate con 11 punti di vantaggio sulla seconda il Genoa, c'è un altro caso positivo, ma molto più sorprendente. È quello di Alberto Gilardino, il quale ha preso le redini della squadra rossoblu il 6 dicembre scorso dopo la destituzione di Alexander Blessin. Inizialmente ad interim, l'ex centravanti azzurro è stato poi confermato dopo i primi buoni risultati, e nel suo storico vanta cinque vittorie, due pareggi e una sola sconfitta, arrivata nell'ultima uscita proprio contro il suo ex Parma. Il 40enne di Biella ha dunque dimostrato subito di essere molto preparato a guidare una grande piazza.

Destino totalmente diverso per il quasi coetaneo Daniele De Rossi, alla guida della Spal dall'11 ottobre 2022 e attualmente nei bassifondi della classifica. Mai andato oltre l'11esimo posto, l'ex romanista viene da due sconfitte di seguito e ultimamente si è anche risentito per la mancanza di acquisti di rilievo nel mercato di gennaio. A un altro glorioso capitalino come Alessandro Nesta, invece, non andò meglio al Frosinone, con il quale perse una finale playoff per guadagnare la Serie A per poi abbandonare l'anno dopo con la squadra ciociara al 12esimo post in serie cadetta.