Il giocatore biancoceleste ha spiegato dopo la partita cosa è successo nei minuti di recupero della gara, prima del pareggio.
Finale convulso in Lazio-Torino. Subito dopo il gol granata del 3-2, con la Lazio in avanti a cercare il pari, c'è lo scontro tra Noslin e Coco in area di rigore. Proteste laziali che fanno accendere un parapiglia in campo con spintoni da entrambe le parti e Castellanos che finisce a terra spinto da Maripan.
Momenti concitati che solo l'intervento delle panchine e il check sul possibile rigore riescono a sedare dopo una pausa di più di 5 minuti, con l'assegnazione del rigore - poi trasformato da Cataldi per il 3-3 finale, al minuto 103' - e un giallo a Maripan.
"Rigore netto"
"Non so come si possa non dare subito un rigore del genere, è netto. Io avrei fischiato e poi sarei andato a vedere, l'arbitro ci ha detto che non c'era nulla. Il parapiglia si crea perché non fischia subito. Negli ultimi 10 minuti sono state lasciate andare, magari piccole cose, ma che ti fanno innervosire e in quei momenti è difficile trattenersi. Sono cose da campo, che succedono".
Così Danilo Cataldi, capitano della Lazio, dice la sua sul rigore prima negato e poi assegnato tramite VAR dall'arbitro Piccinini per il 3-3 finale.
SPETTACOLO E CAOS ALL'OLIMPICO: RISSA FINALE IN LAZIO-TORINO E 3-3 AL 103' DI CATALDI SU RIGORE
"Mi sentivo di tirarlo ed è andata bene, dispiace però finire questa partita con un pareggio. Questa squadra ha un'anima, questo è l'aspetto positivo. Anche non essendo belli esteticamente, abbiamo dimostrato di avere qualcosa di importante. Prendere tre gol oggi è un peccato, volevamo proseguire quanto di buono fatto a Genova", prosegue Cataldi.

Il giocatore della Lazio sottolinea anche come "tra me e Lazio è un tira e molla, come in amore. Ma non è una rivincita, io non ho rivincite con la Lazio. Sono contento di essere tornato a difendere i miei colori, dare una mano a questa squadra e spero di toglierci belle soddisfazioni".