Juventus-Fiorentina e la partita di Chiesa e Vlahovic, il mental coach scende in campo

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Juventus-Fiorentina e la partita di Chiesa e Vlahovic, il mental coach scende in campo

Dusan Vlahovic contro la Salernitana
Dusan Vlahovic contro la SalernitanaAFP
Questo weekend torna una delle sfide più calde della Serie A: Juventus-Fiorentina, in programma il 12 febbraio alle 18 all'Allianz Stadium. In esclusiva a Diretta, il mental coach Roberto Civitarese ha analizzato la sfida dal punto di vista mentale, spiegando come giocatori come Dusan Vlahovic e Federico Chiesa si approcceranno allo scontro diretto contro la loro ex squadra.

Quello degli ex tra Juve Fiorentina è sempre stato un tema molto caldo. Come pensa che Chiesa e Vlahovic si approcceranno alla partita?

Il tema degli ex è abbastanza ricorrente nel calcio moderno perché oggi c’è una mobilità maggiore rispetto ad anni fa quando si sposava un progetto tecnico di un club e ci si legava per diverso tempo. La maggior parte dei tifosi ormai si sono abituati a questa situazione. La realtà di Juventus e Fiorentina però è un po’ particolare, perché i tifosi viola vedono ancora l’abbandono della maglia non è visto come un fatto puramente professionale ma come un tradimento, soprattutto quando i giocatori viola scelgono di andare alla Juve. 

Io credo che ormai i calciatori siano abbastanza abituati a gestire questo tipo di situazione, anche se dipende molto dal singolo individuo. Inoltre, credo che vista la situazione attuale della Juventus e visto il fatto che si gioca a Torino e non a Firenze, i giocatori bianconeri, inclusi Federico Chiesa (25) e Dusan Vlahovic (22), abbiano pensieri più urgenti rispetto a gestire il ricordo di una maglia indossata qualche tempo fa.

La situazione societaria e professionale in casa Juventus in questo momento è la priorità assoluta essendo una situazione molto precaria. Chiaro, però, che in una situazione normale discuteremmo di altro.

Vlahovic da quando è arrivato alla Juventus un anno fa ha avuto un percorso abbastanza difficile e altalenante, rivelandosi decisivo in alcune fasi della stagione e scomparendo invece in altre. Dal suo ritorno a gennaio, però, le cose sembrano cambiate. Come arriva il serbo alla sfida con la Fiorentina?

Le partite di cartello creano una leva motivazionale forte, come confermano anche molti allenatori, sono partite che dal punto di vista motivazionale si preparano da sole. 

Vlahovic ha fatto un salto in avanti abbastanza importante, è arrivato in un club con delle ambizioni molto più alte della Fiorentina. Questo richiede una capacità importante di adattamento, Vlahovic ha dovuto prendere le misure nel suo nuovo club. Il Mondiale di dicembre, la pubalgia e la complicata situazione societaria non hanno sicuramente agevolato questo tipo di adattamento. Consideriamo anche che il serbo è un giocatore che è arrivato alla Juve non come promessa, ma già con delle  grandi aspettative perché aveva fatto molto bene in viola

Questo mix di cose vanno considerate tutte insieme: la gestione di tutti questi elementi determina la capacità di adattarsi. L’ultima prestazione di Vlahovic può farci pensare che finalmente si è nella direzione di aver sistemato un po’ di cose e di aver preso confidenza con l’ambiente e le aspettative e di aver acquisito consapevolezza di sé stessi all’interno dell’ambiente in cui ci si trova.

Dusan Vlahovic e Nicolò Fagioli
Dusan Vlahovic e Nicolò FagioliAFP

In questo contesto è rilevante, soprattutto nel caso specifico di Vlahovic, che si trova ancora in questo periodo di ambientamento. In questo percorso arrivare a una partita così delicata potrebbe creare una fortissima leva motivazionale oppure potrebbe creare senso di inadeguatezza che ovviamente ha un effetto demotivante.

I grandi campioni, come credo che sia Vlahovic, hanno in sé stessi gli strumenti per sfruttare queste situazioni come leve motivazionali. 

La Fiorentina quest’anno non sta rispettando le aspettative e giocherà a Torino senza i suoi ultras (il tifo organizzato viola ha deciso di boicottare la gara per via dei prezzi troppo alti dell’Allianz Stadium). Come affronterà una sfida così importante Italiano tenendo conti di tutti questi fattori e senza la spinta degli ultras?

In situazioni come queste si ripresentano le stesse dinamiche del Covid, quando si giocava a porte chiuse. Italiano dovrà lavorare nel compattare il più possibile il gruppo: quindi sul concentrare l’attenzione e la motivazione sul gruppo e sull’identità di squadra, isolandosi da tutto quello che c’è intorno. Giocando in trasferta in questo tipo di situazioni si è fortemente svantaggiati e questo processo non è semplice.A contare sarà molto il desiderio di dare un segnale positivo all’ambiente viola

D’altro canto è vero che la Fiorentina ha fatto peggio dell’anno scorso, ma è anche vero che quest’anno molte squadre hanno fatto peggio della stagione precedente e rispetto alle aspettative.