Il mental coach Civitarese: "Ecco perché il derby di Torino si decide nei minuti finali"

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Il mental coach Civitarese: "Ecco perché il derby di Torino si decide nei minuti finali"

Dusan Vlahovic
Dusan VlahovicAFP
Manca ormai pochissimo al derby tra Juventus e Torino, che arriva sulle ali dell'entusiasmo per i bianconeri, che hanno centrato gli ottavi di Europa League e grazie a una serie di risultati positivi hanno ridotto il divario con il gruppo di testa della classifica di Serie A. I granata, però, sono carichissimi per la sfida, come ha confermato anche Buongiorno in conferenza stampa. Il mental coach Roberto Civitarese ha spiegato a Diretta le chiavi di lettura della gara dal punto di vista mentale e motivazionale dei giocatori, spiegando anche quali saranno le insidie da evitare per approcciare la sfida nel modo migliore.

La Juve sta giocando senza veri obiettivi in campionato, come ci si approccia a un derby in situazioni come queste?

Io credo che il derby sia una partita un po' a sé, molto slegata dagli obiettivi stagionali della squadra, perché il derby ha in sé una serie di motivazioni e di stimoli che riguardano proprio quel tipo di evento. È considerato come una finale. Ci sono squadre che se dovessero scegliere tra vincere il derby e vincere un titolo preferirebbero vincere il derby. 

La Juventus storicamente riesce comunque a portare a casa dei trofei, quindi può tra virgolette accettare di non portare a casa un derby, mentre per il Torino diventa un po' lo scopo della stagione. Chiaro che Torino e Juventus vivono storicamente due situazioni differenti, anche quest'anno, nonostante la penalizzazione, la Juventus è ancora in corsa per la Coppa, quindi credo che non ci sia da questo punto di vista una grossisima differenza.

Pensa che la Juve punti davvero a vincere l’Europa League, e se sì come questa cosa può influenzare l’andamento in campionato? Si rischiano dei cali di concentrazione?

Difficilmente la Juventus gioca le competizioni per partecipare. Il DNA della Juventus più che in altri club è proprio quello di partecipare per vincere. È chiaro che oggi potrebbe anche essere intesa come una coppa di ripiego, in quanto determinata dal mancato accesso agli ottavi di Champions, ma credo che per riscattare la delusione puntare a vincere l'Europa League possa essere un obiettivo importante per la Juventus.

Questo percorso coincide con il campionato, ma non credo che sia un argomento di attualità. La Juve ha sempre portato avanti, come gli altri grandi club, più competizioni alla volta. Credo sia abbastanza allenata a gestire il doppio impegno stagionale. Credo che Allegri è abbastanza esperto in questo senso, ha già avuto molte esperienze nel gestire le due competizioni fino alla fine. 

 

Angel Di Maria
Angel Di MariaAFP

Il fatto che la vittoria dell'Europa League rappresenta l'ultima spiaggia (salvo sorprese) dei bianconeri per accedere alla Champions nella prossima stagione può cambiare l'approccio dei giocatori alla competizione?

Come dicevamo prima, non credo che questa cosa possa influenzare in modo particolare i giocatori della Juventus, in quanto l'imprinting principale per chi indossa quella maglia è comunque andare in campo per vincere. Il fatto che questa competizione sia importante per altri obiettivi è più un fattore esterno, legato ai tifosi e agli addetti ai lavori. Credo che la squadra - i giocatori e l'area tecnica - sia difficilmente condizionabile da questo aspetto.

Torniamo alla sfida con il Torino. Negli ultimi anni la Juve ha spesso vinto il derby nei minuti finali della parita? A cosa si deve?

Quel portare a casa il risultato nel finale è legato a questo desiderio di vincere. Come abbiamo già detto, il derby è una partita a sé e che ha un suo significato e questo imprinting molto forte che ha la Juventus con la vittoria porta a tenere l'attenzione sempre alta anche nei minuti finali.

Questa è sicuramente una caratteristica di chi ha questa forte attrazione e spinta alla vittoria.

Questa situazione può creare della paura nei giocatori del Torino di ritrovarsi beffati di nuovo, dopo le ultime esperienze?

Sono certo che sia un aspetto sul quale il mister avrà lavorato molto. Juric è un allenatore esperto, un allenatore che ha avuto un'esperienza importante, quindi credo che sia in grado di analizzare questo fattore e di porre i rimedi. Certo è che questo è un dato sul quale il Torino dovrà prestare molta attenzione e fare in modo che la squadra gestisca bene le forze e la concentrazione. Sono convinto che è un elemento che può essere determinante.

Quale pensa che sia la squadra che in questo momento ha più bisogno di vincere il derby e quale tra le due è quella che arriva mentalmente più pronta all'appuntamento?

In questa partita andiamo oltre al bisogno dei tre punti, è più un discorso legato al derby e alla partita in sé. Per questo credo che entrambe le squadre abbiamo la stessa necessità di vincere.

Credo che la Juventus, però, sia la squadra che arriva più in forma, soprattutto alla luce della sfida giocata in Europa League. In questo momento la squadra bianconera ha maggiore consapevolezza, si è materializzato il desiderio di riscatto dopo la penalizzazione. Dopo la fase della delusione e della rabbia è subentrata la fase della reazione: credo che ora la Juve sia nel pieno di questa fase e quindi - sempre dal punto di vista mentale - arrivi con un passo avanti rispetto al Torino in questo derby.