ESCLUSIVA Serena sul Derby d'Italia: "Sarà l'Inter a costruire e questo potrebbe avvantaggiare la Juve"

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più
ESCLUSIVA Serena sul Derby d'Italia: "Sarà l'Inter a costruire e questo potrebbe avvantaggiare la Juve"
Aldo Serena
Aldo Serena
Profimedia
Aldito ha vissuto il Derby d'Italia sia sul fronte nerazzurro che su quello bianconero: "Partita decaffeinata? "Beh, anche se in gioco non c'è un titolo, è sempre una gara molto sentita sia dalle due società che dalle rispettive tifoserie. Ed è comunque un anticipo di quella che sarà la semifinale di Coppa Italia"

Aldo Serena è uno dei pochi calciatori ad aver avuto il privilegio di vestire la maglia delle tre regine del campionato di Serie A. Ed è per questa ragione che Aldito, il Derby d'Italia lo ha vissuto sia sul fronte nerazzurro che su quello bianconero: "Con la maglia della Juventus ne ho giocati due, entrambi a San Siro riuscendo pure, in un'occasione, a fare gol. Con quella dell'Inter, invece, ho giocato molte volte il Derby d'Italia segnando sia in casa che in trasferta. In quegli anni per i nerazzurri era sfidare la più forte. Negli anni Ottanta la Juve era il punto di riferimento, vinceva campionati con facilità. Erano sempre partite dure e difficili". Oltre a ricordare i suoi Inter-Juve, l'ex centravanti della nazionale italiana ha condiviso, in escluvisa con Diretta.it-Flashscore Italia,  il suo punto di vista sulla situazione attuale dei due club.

È un Derby d'Italia decaffeinato?

"Beh, anche se in gioco non c'è un titolo, è sempre una partita molto sentita sia dalle due società che dalle rispettive tifoserie. Ed è comunque un anticipo di quella che sarà la semifinale di Coppa Italia".

Che tipo di gara si aspetta?

"L'Inter ci arriva felice per aver ottenuto la qualificazione ai quarti di finale di Champions. E, sebbene sia tornata da Oporto con qualche cerotto, quando centri un risultato del genere - ed erano tanti anni che non ci riuscivano - il morale è comunque altissimo. Quindi sotto questo aspetto, i nerazzurri saranno pronti alla sfida. La Juventus dalla sua, sin dall'inizio della stagione, ha avuto molti infortuni. Pogba si è fermato di nuovo... Quella bianconera, però, anche se rimaneggiata è una squadra che quando si difende, poi sa rilanciarsi bene. in fase di impostazione ha qualche difficoltà, ma credo che sarà l'inter a costruire nella metà campo avversaria con molti giocatori, come fa di solito, e questo potrebbe essere funzionale al gioco della Juve".

Serena in nerazzurro
Twitter

A Oporto non si è vista un Inter brillante. Il risultato, però, è arrivato.

"Non mi aspettavo una partita diversa. Gli ultimi 20-25 minuti sono stati di grande sofferenza, ma in quel momento erano finite le energie. Inzaghi ci ha provato con i cambi, ma la squadra era stanca. Il gol dell'andata li ha portati a giocare in quel modo e sebbene abbiano avuto qualche opportunità anche in attacco, l'oscar della qualificazione va dato a Onana perché nel secondo tempo di San Siro ha fatto parate strepitose e anche a Oporto è stato decisivo".

A fine gara, Inzaghi ha rivendicato quello che ha conquistato con i nerazzurri. L'Inter ha fatto bene a rinnovargli la fiducia dopo lo scudetto perso l'anno scorso?

"Inzaghi ha sicuramente avuto le proprie responsabilità, ma anche i calciatori le loro. L'episodio di Bologna è stato chiave. Lo considero un buon allenatore e, sotto il punto di vista personale posso anche capire il suo sfogo, ma non lo condivido. A questi livelli bisogna avere la scorza dura e lo spessore per reggere le critiche. I(l suo sfogo avrebbe avuto un senso a fine stagione, ma non adesso quando ci sono da giocare i quarti di finale di Champions e la squadra non è ancora sicura del quarto posto. Ma ci sta. Talvolta, mandare giù tante cose ti porta a sfogarti in maniera poco razionale".

Poco prima, Marotta aveva scaricato Lukaku e Lautaro...

"Le ambiguità e le ipocrisie ci sono sempre state nel calcio. A volte a fin di bene, per mantenere unito lo spogliatoio. Anche a me qualche dirigente mi ha detto "vedrai che rimarrai" e poi non è andata così, ma me lo dicevano per rimanere concetrato. Marotta è un dirigente oculato e lungimirante e per questo mi ha un po' sorpreso la sua uscita. Probabilmente, voleva spiegare al mondo la situazione attuale. Un po' come a dire: noi da dirigenti vorremmo dire a tutti che le cose stanno così e non possiamo fare altro che andare in una direzione che è quella del risparmio".

Ciononostante non era il momento...

"Sono paole che possono predisporre i giocatori verso un atteggiamento non consono a dare il massimo. In questo modo, però, ha fatto capire a tutti che ha le mani legate. In maniera indiretta ha detto: faremo così perché dobbiamo fare così, senza ccusare nessuno direttamente, nemmeno il presidente".

Da una società in vendita a una da salvare. Che idea si è fatto dei guai giudiziari della Juve?

"L'origine dei mali è stata quella di andare a prendere Ronaldo a quelle cifre paurose, fuori dal mercato per quello che era il campionato italiano. Da lì in poi ci è stata tutta una concatenazioni di situazioni, tra cui anche il Covid, che ha portato a delle difficoltà oggettive di gestione e a delle leggerezze. E ora, probabilmente, alcuni nodi verranno al pettine. C'è stata una valutazione sbagliata, forse per l'ambizione di vincere la Champions e hanno perso la razionalità che avevano avuto sino a quel momento".

La versione in bianco(e)nero
Twitter

Da ex attaccante: come valuta il momento di Vlahovic?

"Quando giochi a calcio capitano sempre dei momenti difficili. E questo, tra l'altro, è un momento molto delicato per la società. Era partito bene perché ha tutte le caratteristiche fisiche e tecniche per poter far bene. La pubalgia l'ha condizionato negli allenamenti. L'ho avuta anche io ed è una malattia subdola perché un giorno ce l'hai, due giorni no, poi tornano le fitte e non puoi allenarti. Adesso, però, fisicamente sembra guarito. Dal punto di vita psicologigo, però, si vede che s'impegna e che vorrebbe spaccare il mondo ma ha perso un po' di tranquillità e di freddezza che, invece, dovrebbe assolutamente avere per tornare quello di prima. Ma ha tutto per risucirci".

Vede la Juve in Champions anche nel caso in cui non dovessero restituirle i 15 punti?

"Ho vissuto due anni alla Juventus e ho imparato lì come si fa per non perdersi mai d'animo. Come fare, anche quando i numeri ti danno le possibilità al lumicino, a crederci ancora. Alla juve c'è questo modo di pensare storicamente e, quindi, sono convinto che loro ci credano e stiano lavorando per questo e lo faranno finché la matematica non dirà il contrario. E fanno bene a farlo eprché in passato hanno portato a casa tanti successi anche in questo modo".

Scommetterebbe un penny su Inzaghi e Allegri allenatori di Inter e Juve anche la prossima stagione?

"Se allegri riuscisse a fare una rimontona e arrivare tra le prime quattro, nonostante i 15 punti di penalizzazione, come potrebbe non essere lui ad allenare la Juventus l'anno prossimo? E se Inzaghi dovesse centrare la finale di Champions, come farebbero a non dargli un'altra opportunità?".

Insomma, contano sempre e solo i risultati.

"Caspita se contano! Poi è chiaro che per chi gioca in maniera esuberante come il City è diverso. Ma se Guardiola non dovesse vincere nemmeno questa volta la Champions - e oramai sono passati più di 10 anni dall'ultima volta - anche se è l'allenatore più forte al mondo ti vengono dei dubbi. È sneza dubbio il tecnico che riesce a trasmettere più idee e migliorare i propri calciatori, ma se alla fine non vinci...".