Quando, ai tempi supplementari, l'allenatore croato Zlatko Dalic ha fatto uscire uno stremato Luka Modric, in tanti hanno pensato che il capitano non sarebbe potuto andare eventualmente dal dischetto per decidere l'incontro nella sessione dei calci di rigore.

Alla fine, si è dimostrato importante avere in squadra Dominik Livakovic, che si è distinto come grande protagonista di questa partita neutralizzando ben tre calci di rigore su quattro. Più di un attaccante, più di un leader tecnico, l'estremo difensore della Dinamo Zagabria ha saputo decidere l'eliminatoria contro un Giappone sempre molto combattivo, che si era perfino portato in vantaggio alla fine del primo tempo.

È stato dunque grazie al suo portiere che la Croazia ha potuto sfondare nuovamente lo sbarramento degli ottavi di finale, conquistando così un posto tra le migliori otto del pianeta. Del resto, dopo una partita molto tirata ma decisa da due strappi, non poteva esistere un'altra conclusione che quella più 'salomonica', ossia quella dagli undici metri.

Il primo tempo, dove si registravano tanti cambi di fronte, vedeva i nipponici portarsi in vantaggio grazie a un acuto di Daizen Maeda, bravissimo a intervenire in tap-in sotto porta in seguito a un corner dalla destra. La Croazia, però, combattiva ed esperta, non si lasciava intimorire né deprimere dal gol avversario, e tornava in campo nella ripresa con la voglia giusta per rimontare.

Toccava a Ivan Perisic riacciuffare il pareggio. L'ex Inter, che nel primo tempo aveva fallito una ghiotta occasione in contropiede, si faceva perdonare trovando l'angolino basso alla sinistra del portiere nipponico con una sassata di testa. Da quel momento in poi il risultato non si sarebbe più mosso dall'1-1, e a decidere la qualificata sarebbero arrivati i primi calci di rigore di questo Mondiale.

I primi due errori consecutivi dei giapponesi cambiavano il vento a favore dei croati, che terminavano la sfida ai penalty 3-1 e ora aspettano la vincente tra Brasile e Corea.