Champions League, la Juve fuori dall’Europa che conta. Il peso della vecchiaia e la forza dei giovani

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Champions League, la Juve fuori dall’Europa che conta. Il peso della vecchiaia e la forza dei giovani

Champions League, la Juve fuori dall’Europa che conta. Il peso della vecchiaia e la forza dei giovani
Champions League, la Juve fuori dall’Europa che conta. Il peso della vecchiaia e la forza dei giovaniAFP
Doveva essere un successo, si è rivelato un fallimento ma poteva anche essere una catastrofe. Solo nel finale i bianconeri salvano la faccia grazie ai ragazzini e finisce 4-3

Che la Juve non fosse padrona del suo destino, Massimiliano Allegri (55) l’aveva già detto in conferenza stampa. Entrare però in campo così rassegnati quando la partita aveva un solo risultato utile, la vittoria, vuol dire andare a cercarsele. Doveva essere una Juve arrembante per espugnare il Da Luz, impresa riuscita a nessuno quest’anno, e invece quella che si presenta in campo è una Juve imballata, frenata, che non riesce a mordere. Allegri dirà nel dopopartita che lo scopo era reggere l’urto del Benfica per poi colpirlo nel finale e andare a vincere. Non aveva fatto i conti con l’oste però, visto che i portoghesi partoni subito forte e i bianconeri tengono solo per un quarto d’ora.

Allegri si affida all’ormai collaudato 3-5-2, scegliendo Gatti (24) in difesa e Kean (22) in attacco. I lusitani mostrano subito la loro intensità a centrocampo, un reparto che Schmidt (55) affolla di giocatori tra schemi e pressing asfissiante sul portatore di palla. Qualche iniziale folata dei padroni di casa viene rintuzzata bene dai bianconeri che provano anche a pungere ma senza creare grandi pericoli.

Poi al 17’ il Benfica decide di premere sull’acceleratore: Fernandez (21) da sinistra crossa per il giovane Antonio Silva (18) che beffa l’inesperto Gatti e insacca di testa l’1-0. La Juve prova a reagire e su angolo di Cuadrado (34). Kostic (29) crossa in mezzo, torre di Danilo (31) per l’accorrente Vlahovic (22) che spara sul portiere, poi Kean ribadisce in rete. L’arbitro alza il braccio. Passano minuti che sembrano ore per controllare tutto al Var, visto che a Lisbona oggi manca la Goal line technology, e finalmente arriva la convalida: 1-1.

La Juve torna in corsa? Macché, un minuto dopo il siparietto arbitrale, Cuadrado tocca con il braccio in area. Dal dischetto va Joao Mario (29) che spiazza Szczesny (32) e realizza il 2-1. La Juve incassa il colpo e il Benfica vola, come lo scatenato Rafa Silva (29) che al 34’ fa fuori tutta la mediana della Juve, serve Joao Mario sulla sinistra e poi conclude addirittura di tacco sul passaggio di ritorno del compagno.

Nella ripresa, col morale a pezzi, la Juve si ripresenta in campo con Milik (28) al posto di Kean. Nemmeno il tempo di toccare palla però, che Arkadiusz vede Silva involarsi su un filtrante di Grimaldo (27) e beffare Szcesney con un raffinato pallonetto: 4-1. La Juve è già all’inferno ma rischia di finire anche negli annali per una sconfitta clamorosa perché il balletto lusitano sembra non arrestarsi. Anzi, i portoghesi vedono la preda ferita e ognuno vuole portarsi a casa un pezzo di trofeo, tanto che al 60’ Szczesney è costretto a un doppio miracolo per evitare un passivo ancora più pesante. Allegri ne ha abbastanza e, forse per risparmiare minuti nelle gambe in vista della partita di campionato, toglie Kostic e Vlahovic per Soulé (19) e Iling-Junior (19).

Due classe 2003 che svolteranno con la loro leggerezza, follia e coraggio dei bianconeri. Iling-Junior a sinistra va via che è uno spettacolo tra finte e accelerazioni, Soule in attacco dà verve e freschezza, la Juve ritrova se non altro l’entusiasmo, ma è ancora il  Benfica ad andare vicino al gol con Rafa Silva che spara alto da pochi passi su servizio di Joao Mario.

Poi la musica cambia: come figli ribelli, i giovani della Juve spengono il valzer portoghese e mettono su un rock assordante per i lusitani. Iling-Junior a sinistra è una furia, crossa per Milik che a centro area insacca al volo in girata. Passano due minuti e Iling-Junior si ripete: semina il panico sulla solita fascia e crossa al centro dove trova il compagno della Primavera, Soule, il tiro viene rimpallato da un difensore ma sfruttato bene da McKennie (24) appostato lì vicino.

È il 4-3 e ora la Juve, sulle ali della fantasia e della follia dei suoi giovani, ci crede. Allegri sembra indemoniato, entra quasi in campo per fermare Soulé che stava per battere un corner per farlo calciare da Locatelli. L’incantesimo si spezza. Sul cross di Locatelli la difesa lusitana rinvia e serve ancora Rafa Silva che fa 50 metri di campo da solo poi spedisce sul palo.  Il punteggio non cambia, finisce 4-3. E finiscono anche le speranze della Juve che nel girone H ora resta aggrappata soltanto a una qualificazione in Europa League. Poco, troppo poco per le ambizioni di questa società. Probabilmente troppo poco anche per la conferma di Allegri in panchina il prossimo anno.