"Sono soddisfatto perché era una partita molto difficile, lo sapevamo, l'abbiamo preparata come una finale perché viene al termine di un periodo di gare ravvicinato": inizia così Igor Tudor, ai microfoni di DAZN dopo Lazio-Verona 1-0.
Poi ha proseguito: "Siamo partiti bene, poi loro si sono messi a specchio, a cinque, ed è diventato più difficile. E' stata una partita bella perché c'era stanchezza mentale e i calciatori sono andati in campo motivati, a giocarsi la vita. Hanno messo in campo valori importanti".
Il tecnico croato pian piano sta prendendo confidenza con la squadra laziale: "Ci sarà da lavorare quest'estate da questo punto di vista, penso che tanti dei calciatori già presenti in rosa ci piacciono e possono fare questo tipo di calcio. Poi bisogna migliorare, come fanno tutti. Prima questa squadra giocava a quattro, faceva un calcio di un certo tipo, ora ci sono i quinti e facciamo le cose diversamente. Ma vedo la gente che si diverte, che si applica a fare questo calcio. E' un piacere allenare questa squadra".
Poi Tudor si sofferma sui singoli, partendo da Castellanos e dai suoi margini di crescita: "E' un ragazzo con grande qualità. Ne abbiamo parlato tanto nei giorni precedenti. A volte pensa troppo, pensa troppo al gol. L'obiettivo è renderlo più spensierato. Ha la voglia di attaccare lo spazio e muoversi che a me piace tanto. Davanti alla porta può migliorare. Ma è un ragazzo generoso, dà sempre tutto e questo è un lusso perché gli attaccanti non sono tutti così. E' un calciatore che mi piace".
Ma le parole migliori sono quelle per Kamada: "E' capace di andare anche in avanti. C'è una bella affinità tra i due. E poi c'è qualità, soprattutto negli ultimi 20-25 metri. E' un giocatore che magari era meno adatto al tipo di calcio di Sarri e più adatto a questo tipo di calcio. A me piace, ha una mentalità da 10, può giocare davanti, può giocare davanti alla difesa. Ha un computer nella testa, magari fossero tutti i calciatori così. Vorrei avere 10 Daichi nella squadra, ma credo che lo vorrebbero tutti gli allenatori".
La Lazio si è avvicinata al quinto posto che sembrava ormai sfumato: "Fare i calcoli non serve a niente. Bisogna pensare partita per partita, come tanto piace dire a noi allenatori. Ci sono quattro gare, pochi punti, per cui bisogna sbagliare il meno possibile. Ma noi siamo sulla strada giusta e ce la giochiamo fino alla fine".