Inter-Como non rappresentava soltanto lo scontro tra una delle grandi d’Italia e la realtà emergente più sorprendente del campionato: era anche il confronto tra due allenatori giovani, pieni di idee innovative, pronti a misurarsi sul campo nei novanta minuti di un San Siro carico di tensione e aspettative.
In palio non c’era solo la possibilità per i nerazzurri di conquistare la vetta momentanea della classifica, ma anche l’opportunità per i lariani di centrare il dodicesimo risultato utile consecutivo e consolidare il terzo posto con tre punti pesanti, capaci di certificare la crescita di un progetto ambizioso e concreto.
Zampata del "Toro"
La partita prende il via con un’Inter subito determinata a imporre il proprio ritmo. Dopo nemmeno venti secondi, Bastoni lancia lungo verso Thuram: il velo del francese libera Lautaro, che prova un pallonetto su Butez. Il portiere viene superato, ma il pallone esce di poco sopra la traversa a causa della potenza eccessiva impressa dal numero 10. Un segnale comunque chiaro: i nerazzurri vogliono dettare legge fin dai primi istanti.
Al 3’ arriva un’altra occasione, questa volta per Barella, servito da Lautaro: il centrocampista calcia a botta sicura, ma Butez si supera con un provvidenziale intervento di piede. Nei primi dieci minuti, dunque, i nerazzurri creano già due palle gol limpide e conquistano quattro calci d’angolo, confermando un inizio di partita intenso e deciso.
Al minuto 11, però, il pressing interista diventa insostenibile per il Como di Fàbregas. Luis Henrique parte in contropiede, arriva sul fondo, ruota su sé stesso e serve Lautaro: l’attaccante argentino non sbaglia, trafiggendo Butez con un destro chirurgico e sbloccando il match.

Il Como prova a reagire, ma si scontra con una difesa attenta e ben organizzata. Nella prima frazione i lariani non riescono a trovare la porta, e pur aumentando il possesso palla nell’ultima mezz’ora, faticano a creare spazi per rendersi pericolosi. L’Inter, intanto, abbassa leggermente il baricentro dopo diciassette minuti di ritmo forsennato, senza però rinunciare a creare pericoli.
La partita è intensa anche sul piano fisico: ammoniti Perrone e Diego Carlos, protagonista di un battibecco acceso con il capitano nerazzurro dopo un doppio fallo su lui e Thuram.
Como affondato nel suo momento migliore
La partita, insomma, è viva. E la ripresa comincia con un'altra fiammata, data da Fàbregas con due cambi immediati: Vojvoda e Diao rilevano Posch e Addai, cercando di dare maggiore incisività alla squadra lariani sulle corsie. Le prime schermaglie arrivano subito: al 48’, Luis Henrique sbaglia un lancio facile per Barella, lasciato solo davanti alla porta, e poi Dimarco in contropiede non riesce a trovare Thuram.
Al 49’ arriva un'altra chance nitida per i nerazzurri: Dimarco mette al centro per Lautaro, che ci prova di sinistro ma mastica l’occasione e manda la palla sul fondo. Il Como, tuttavia, non si arrende: al 52’ Douvikas sfiora il pareggio sul cross di Jesus Rodriguez, ma il greco, disturbato da Akanji, calcia alto. Due minuti dopo, Valle anticipa Sommer su un lancio di Paz, ma il colpo di testa finisce sopra la traversa. Subito dopo, tentativi da fuori di Paz e Perrone: Sommer, impeccabile, controlla senza affanni.
E proprio quando il Como stava ritrovando fiducia, l’Inter affonda il colpo decisivo. Corner a rientrare di Dimarco dalla destra, il pallone danza nell’area e Thuram, da due passi, anticipa Butez, firmando il 2-0. È un colpo morale che spezza le gambe ai lariani: l’Inter non dà tregua, punisce e controlla.
Gli ospiti, invece, perdono terreno e fiducia, travolti da una squadra in piena trance agonistica. I nerazzurri sfiorano il 3-0 con Lautaro, che si vede negare la gioia del gol solo da un prodigioso intervento di Butez sul cross chirurgico di Luis Henrique. Il tris arriva poi all’80’ con un destro secco e imparabile di Çalhanoğlu, prima che il neoentrato Carlos Augusto firmi il poker, chiudendo di fatto il match e facendo esplodere i festeggiamenti a San Siro.
San Siro può solo applaudire una squadra concreta, lucida e letale, capace di capitalizzare ogni occasione e di spegnere ogni illusione del Como. La “Thu-La”, insieme a Çalha e Carlos Augusto, firma il successo, regalando ai nerazzurri un’altra serata di gloria che vale momentaneamente la vetta, mentre i lariani escono a testa alta, ma inevitabilmente scossi dalla supremazia degli avversari.
