La risposta dell'Inter non si è fatta attendere troppo. 24 ore prima che i nerazzurri conquistassero la Supercoppa italiana contro il Napoli a Riad, la Juventus sfilava al club milanese il primo posto in classifica, espugnando il Via del Mare di Lecce e centrando, così, la settima vittoria consecutiva tra campionato e Coppa Italia.
Un torneo quest'ultimo dal quale l'Inter è già stato eliminato lasciando, di fatto, il via libera ai bianconeri che contro il Frosinone (4-0) hanno fatto capire di tenerci, e non poco, alla competizione.
E già, perché se, prima, la Coppa Italia era già la strada più corta verso un titolo, dopo l'eliminazione dell'Inter, è diventata anche la più semplice. Un paio di curve e via da percorrere, per di più, da favorita assoluta.
Strategia o realismo?
Uno status, quello di favorita, che, per storia e tradizione, appartiene alla Vecchia Signora, ma che nell'attuale campionato di Serie A spetta alla squadra di Simone Inzaghi: "Credo che la Juve dovrà lottare per arrivare tra le prime quattro e se, poi, riuscirà a vincere lo scudetto sarà una bella impresa" perché "l'Inter è la squadra più forte".
Ad assicurarlo, nei giorni scorsi, ai microfoni di Radio Rai non è stato Evaristo Beccalossi o Alessandro Altobelli, ma una leggenda bianconera come Claudio Gentile che, proprio come Massimiliano Allegri, preferisce, almeno per il momento, rimanere con i piedi per terra.
E non si tratta soltanto di una strategia comunicativa per mantenere la pressione sul club nerazzurro e alleggerire la tensione che grava sul proprio spogliatoio. La sensazione, infatti, è che anche in casa Juve si prenda come un dato di fatto l'assioma secondo il quale "la squadra da battere è l'Inter".
Vlahovic e compagni, però, ci credono. Sono convinti di poter rimanere incollati ai nerazzurri fino alla fine, in modo da poter sfruttare un eventuale calo di concentrazione provocato dalla stanchezza fisica e mentale generata da un calendario che, fino a quando l'Inter rimarrà in Champions League, appesantirà notevolmente le gambe e la testa dei suoi calciatori.
La svolta
Il clic decisivo è arrivato nei minuti finali della gara vinta a Salerno, dove la Juve ha dimostrato di essere una squadra tosta. Prima di allora - fatta eccezione per la gara di Coppa Italia contro i campani che, però, non fa testo per l'indifferenza della squadra di Inzaghi alla competizione - pur vincendo i propri incontri, i bianconeri non riuscivano a brillare, superando i propri avversari di misura.
Dal trionfo conquistato in rimonta all'Arechi, complice l'espulsione di Maggiore, la Juventus ha, invece, cominciato a volare segnando dieci gol in tre partite, senza subirne nemmeno uno.
Tridente vs equilibrio
Protagonista assoluto è stato proprio il centravanti serbo, match winner a Salerno e vero trascinatore, grazie alle sue doppiette contro Sassuolo e Lecce, dei bianconeri che, allo stesso modo, da qualche tempo possono contare su Kenan Yildiz e sulla sua imprevedibilità. Una qualità di cui la Juve ha un disperato bisogno e che potrebbe permettergli di colmare il gap tecnico che la separa dai nerazzurri.
Nonostante i tifosi juventini (e anche quelli neutrali, per dirla tutta, in nome dello spettacolo) stiano già sognando di vedere in campo il tridente delle meraviglie - formato dalla diciottenne perla turca assieme a Vlahovic e Chiesa - Allegri ha messo le mani avanti, assicurando che i tre "possono coesistere" ma subito dopo che "abbiamo degli equilibri e vanno mantenuti".
Un ragionamento che, conoscendo il tecnico livornese, non fa una grinza, soprattutto considerato che il giro di boa è stato appena superato e davanti c'è ancora tanto e all'orizzonte comincia a intravedersi la sfida contro l'Inter del prossimo 4 febbraio, quando, paradossalmente, la classifica sarà solo un aspetto secondario del quale preoccuparsi.
Quel giorno, infatti, capiremo meglio di che pasta è fatta questa Juve e in che modo Allegri ha intenzione di utilizzare la nuova opzione tattica a propria disposizione che gli permetterebbe di virare verso il 4-3-3: "In questo momento no, le partite diventano lunghe. Magari più avanti. La squadra, però, deve mantenere un equilibrio altrimenti torniamo a essere sennò una squadra ballerina alla quale può succedere di tutto". Ecco, appunto: magari più avanti.