Il ritorno in casa Inter dell'incompreso Gasperini, precursore della difesa a tre

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Il ritorno in casa Inter dell'incompreso Gasperini, precursore della difesa a tre
Gian Piero Gasperini
Gian Piero GasperiniProfimedia/IMAGO
L'allenatore dell'Atalanta è stato uno dei pionieri di un sistema difensivo adesso molto in voga, e vorrà fare lo scherzetto a un ambiente nel quale non si è mai sentito a casa

È il Ferguson dell'Atalanta. E domani tornerà in quella San Siro di fede nerazzurra che non lo ha mai davvero accolto del tutto. Gian Piero Gasperini, da sette anni artefice del miracolo della squadra bergamasca, visiterà lo stadio milanese per la seconda volta in quattro giorni e per la terza volta da inizio anno. Stavolta, però, di fronte non ci sarà il Milan con il quale i suoi hanno pareggiato nell'ultimo turno di campionato ma l'Inter capolista, quella squadra che adesso cammina sulle acque con il ventesimo Scudetto in dirittura d'arrivo.

Un amore mai sbocciato

Arrivato nel nerazzurro meneghino nell'estate del 2011, il Gasp era stato una scommessa dell'antica dirigenza interista che aveva visto la grande squadra vincitrice del Triplete con Mourinho implodere su se stessa in seguito a una sciagurata gestione da parte di Rafa Benitez e da un percorso zoppo agli ordini di un Leonardo la cui investitura ancora oggi propone molti interrogativi. La mossa di portare in una squadra dalla tradizione vincente un tecnico rampante ma mai davvero arrivato al top si rivelò fallimentare. E pensare che quell'Inter lì aveva ancora in rosa Diego Milito e Thiago Motta, due pretoriani a lui fedelissimi.

In generale, tuttavia, quell'esperienza segnò il declino di un'Inter che avrebbe dovuto aspettare anni per rialzare la testa. E all'allenatore piemontese fu addossata una colpa su tutte: quella di utilizzare la difesa a tre. Qualcosa che in quel momento gli fu rimproverato ma che poi fu riportata da Walter Mazzarri, che sarebbe arrivato ad Appiano Gentile nell'estate del 2013 dopo anni di successi al Napoli. L'epoca da 'zero tituli' di interista memoria, che sarebbe stata interrotta solo dall'exploit di Antonio Conte nell'annata 2020-21, aveva visto il Gasp come il tecnico più velocemente messo alla porta della storia recente dell'Inter. 

Risentimento

Gian Piero Gasperini
Gian Piero GasperiniProfimedia/Stats Perform

"Difesa a tre ora accettata? Quello è stato un mio freno, quello che mi ha frenato a un certo punto della mia carriera. Sembrava che giocare a tre fosse incredibile, fosse un senso di provincialismo. Invece io ero in anticipo: la mia soddisfazione è vedere l’anno scorso Inter e Manchester City giocare la finale con la difesa a tre, il Chelsea vincere la Champions League con la difesa a tre, l’Inter vincere con Antonio Conte e Simone Inzaghi con la difesa a tre. In quel momento sicuramente era una bocciatura, però devo dire che io sono soddisfatto così. Ho la mia big che è l’Atalanta". Con queste parole, lo stesso tecnico atalantino ha poco fa ricordato quanto su di lui furono in tanti ad accanirsi durante la sua epoca in nerazzurro. 

Oggi, invece, la retroguardia composta da tre uomini, due dei quali si distendono allegramente in avanti per fungere da 'braccetti' è all'ordine del giorno. Ed è per questo che la sfida di domani a San Siro sarà speciale per il tecnico orobico, uno che a sua detta non ha "mai allenato una grande squadra", probabilmente proprio per far pagare all'Inter il trattamento ricevuto. Un risentimento lungo nel tempo che non si è affievolito. E che il Gasp proverà a mettere in campo contro i nerazzurri, quelli sbagliati, che inseguono la seconda stella con una grande fiducia in se stessi. E proprio per questo vittime perfette di un rancore a lungo covato.