Il mese di febbraio 2023 di Khvicha Kvaratskhelia fu probabilmente il più autoritario in assoluto nella carriera dell'attaccante georgiano, che appena un anno fa in quattro settimane fece registrare tre reti in tre partite di seguito. Tutte con la sua inconfondibile griffe fatta di partenza palla al piede e rifinita con una conclusione imparabile. L'esempio più scintillante di questa strepitosa tendenza fu l'acuto realizzato proprio in quel Mapei Stadium dove domani sfiderà nuovamente il Sassuolo.
Una serpentina partita da metà campo, iniziata con un tocco sotto e un'accelerazione leggiadra accompagnata da una spaventosa sensibilità di controllo palla e da un dribbling spensierato, prima di calciare dal limite nell'area nell'angolino basso. Un guizzo che aprì la strada al settimo trionfo di seguito di un Napoli che si avviava a vincere lo Scudetto già a febbraio. E sulle sue spalle.
Involuzione
Oggi, invece, sembrano passati dieci anni e non uno. Perché il georgiano è in un buco nero incomprensibile. Anzi, ha infilato la testa sotto terra come uno struzzo dopo averla tenuta troppo spesso molto bassa in campo, incaponendosi in serpentine che non gli riescono più e arrivando persino a infastidirsi per alcune sostituzioni. Per alcuni è senza dubbio colpa dei cambi in panchina, dove né Rudi Garcia né tanto meno Walter Mazzarri hanno potuto riportare la fluidità di gioco che Luciano Spalletti aveva patentato. Per altri la ragione è la mancanza di sovrapposizioni continue, delle quali il caucasico sente molto la mancanza, essendo sempre raddoppiato. Altri, invece, ricordano che Kvara ha risentito non poco dell'involuzione di Zielinski, suo miglior partner di palleggio nella scorsa stagione.
Tutte queste sono senza dubbio delle concause importanti e incisive, ma non svelano il mistero. Partendo dal fatto che il calcio è uno sport impossibile da catalogare, è ovvio che l'involuzione del georgiano, eletto miglior giocatore della scorsa annata, sia figlia del downgrade tecnico di tutto il Napoli, ma anche della maggior conoscenze che hanno gli altri del suo gioco. Quest'anno, infatti, quando più è riuscito a incidere è stato nei momenti in cui si è spostato verso il centro o a destra, cambiando in parte alcune dinamiche del suo gioco. Sotto porta, però, ha palesato notevoli limiti di coordinazione e una scarsità di freddezza.
One season wonder?
Autore di un solo gol nelle nove uscite del 2024 tra campionato, Champions e Supercoppa Italiana, il numero 77 azzurro ha dato solo qualche flash della sua immensa qualità, una dote che è solo sopita al suo interno e della quale ci sono ogni tanto dimostrazioni che fanno ancora stropicciare gli occhi a tifosi e amanti del gioco di una volta. La concretezza, però, è scemata a livelli impensabili. Tanto che in molti si stanno chiedendo se Kvaratskhelia non sia un 'one season wonder' come tanti altri che sono passati per i campi di calcio.
Un dubbio legittimo che è entrato ormai nel cuore di tutti, persino di coloro che fino a questo momento lo hanno difeso a spada tratta. Spesso limitato nel suo posizionamento spalle alla porta, il georgiano finisce spesso per essere irretito dai propri marcatori, che lo hanno imparato a conoscere e, seppur a volte beffati nel primo dribbling, riescono a limitarlo.
Caduto in disgrazia, Kvara appare ormai anche molto nervoso, come testimoniano i sei cartellini gialli ricevuti quest'anno in campionato, che contrastano l'unica ammonizione della stagione passata. Un altro elemento che ne denota la mancanza di fiducia e di serenità. Un anno dopo lo slalom che lasciava di stucco tutti al Mapei, ritorna sul luogo del delitto con uno status totalmente distinto. In negativo.