Spence ha ammesso che la sua fiducia ha toccato il fondo durante il periodo in cui Conte era in carica.
"Non è stata una bella sensazione", ha detto Spence al podcast Rio Ferdinand Presents. "Soprattutto perché ero arrivato al club su di giri, ero fiducioso, ero euforico, avevo appena conquistato la promozione".
"Poi è stato come scontrarsi con un muro di mattoni. Ha distrutto un po' la mia fiducia, ovviamente sono giovane. Non è stato bello".
"Sapevo che era una schifezza in quel momento. Non è stata una bella sensazione. Andavo persino in discoteca e mi chiedevo: "Cosa sto facendo?".
"Sentivo che qualsiasi cosa facessi, quell'uomo non era contento di nulla. Anche se facevi le cose giuste, ti chiedevi: "Ho fatto la cosa giusta?".
"Arrivi a un punto in cui non hai bisogno di conferme da parte di un allenatore".
"Probabilmente ho avuto una sola conversazione con lui".
Spence ammette che la sua convinzione doveva essere rafforzata dopo la partenza di Conte.
"Credo di essere stato vittima di troppa umiltà", ha detto. "Pensare che le cose accadano semplicemente non facendo e non dicendo nulla. Ma a volte bisogna esprimersi".
"Nel mio primo anno al Tottenham, credo di aver dato un po' troppo rispetto ai giocatori e all'ambiente circostante, perché è il Tottenham. Venivo dal Forest, andavo in Premier League, in un club di prima fascia, e pensavo: 'Uff, è una cosa grossa'".
"Sento di aver dato loro troppo rispetto per quanto riguarda il fatto che non credevo davvero in me stesso".
Spence ha aggiunto: "Direi che questa stagione è cambiata. Non ho tempo da perdere ora. Devo andare a prendermi tutto, è il momento".