Oggi ha ritrovato serenità e felicità, sia dentro che fuori dal campo, all' Eintracht Francoforte, dove si è affermato come titolare sulla fascia destra e lo scorso anno è stato eletto Miglior Giocatore della Stagione della sua squadra.
Prima di questo, però, Rasmus Nissen Kristensen ha attraversato un periodo molto difficile dal punto di vista mentale dopo aver lasciato il Midtjylland a soli 20 anni, un momento che ha persino messo a rischio la sua carriera. A 27 anni, desiderava tornare in Danimarca e condurre "una vita normale" lontano dai ritmi del calcio professionistico, dove le pressioni costanti avevano spento la sua passione per il gioco.
"Avevo perso la voglia di giocare a calcio e di far parte di quel circo. Perché avevo perso l’entusiasmo per tutto quell’ambiente, la mentalità, il business. Non provavo più gioia né ad allenarmi né a scendere in campo", ha raccontato Kristensen a TV2 Sport.
Il difensore danese viveva in una sorta di ombra, segnato da inquietudine interiore, nervosismo e una profonda insicurezza legata alle partite e alla pressione costante che accompagna la vita di un calciatore professionista.
"Era diventata una specie di sceneggiata– una maschera che indossavo ogni giorno – e alla lunga è diventato tutto troppo pesante per me. In realtà quella maschera mi ha accompagnato per tutto il mio periodo all’estero", ha spiegato Kristensen, che ha toccato il fondo tre anni fa.
"Il mio anno in Premier League – con la retrocessione con il Leeds e l’enorme pressione che ne è derivata – non ero pronto ad affrontarlo. È il campionato più importante al mondo, con la maggiore attenzione mediatica, e non sono riuscito a gestirlo".
Il difensore ha poi continuato: "Quando il sogno di diventare calciatore professionista si è realizzato, non era affatto come me lo ero immaginato. Tutto questo mi ha logorato. E anche nell’ultimo periodo a Leeds stavo male mentalmente".

Così Kristensen ha lasciato il club inglese dopo una sola stagione per trasferirsi alla Roma. Ma nemmeno lì le cose sono andate come sperava, nonostante abbia avuto diverse occasioni per mettersi in mostra, come egli stesso ha ammesso: "Anche se sono migliorato nel gestire certe situazioni, a Roma non sono mai riuscito davvero a sentirmi bene. E quando sono arrivati gli Europei in Germania e ho passato tutto il torneo in panchina, ho pensato: 'Non posso sopportare un altro anno così'".
Kristensen si è poi ripreso e ha trovato l’ambiente giusto quando la sua compagna lo ha convinto a scegliere l’Eintracht Francoforte, invece di tornare a casa. Da allora è diventato un pilastro della difesa sia a Francoforte che nella nazionale danese.
"Ho smesso di inseguire ogni cosa e ora sono molto più sereno", conclude il nazionale danese.