Negli ultimi tempi, Mohamed Salah è finito nel mirino di diverse leggende del calcio, che non hanno risparmiato critiche al suo rendimento. L'avvio di stagione dell'egiziano con il Liverpool è stato tutt'altro che brillante, e le accuse di scarso dinamismo e incisività rispetto agli anni d’oro non si sono fatte attendere.
Tacciato di essere troppo “pigro” in campo, Salah è ora chiamato a rispondere sul rettangolo di gioco. Dopo tre sconfitte consecutive, i Reds hanno bisogno del loro leader per invertire la rotta. L’occasione per il riscatto arriva in uno dei palcoscenici più attesi dell’anno: il derby contro il Manchester United.
Salah, una scelta o una necessità?
Nonostante un inizio promettente con il gol siglato contro il Bournemouth, Mohamed Salah ha faticato a lasciare il segno nelle settimane successive, tornando a segnare solo un mese dopo contro il Burnley. Un rendimento a intermittenza che ha deluso parte della tifoseria.
L’ultimo sigillo dell’egiziano risale alla metà di settembre, in Champions League, contro l’Atlético Madrid. Un bottino decisamente magro rispetto agli standard a cui aveva abituato il pubblico di Anfield, e che alimenta un interrogativo sempre più pressante: con una batteria offensiva di altissimo livello, la presenza di Salah è ancora davvero imprescindibile?
Il suo contributo in campo sembra aver perso smalto. Al di là di qualche spunto isolato sulla fascia, le sue prestazioni sono apparse opache, prive del consueto guizzo decisivo. Un calo di rendimento che ha avuto ripercussioni anche sul rendimento collettivo dei Reds, reduci da una serie di sconfitte pesanti prima della sosta per le nazionali.
In una rosa in cui ogni attaccante rappresenta un investimento di grande valore, l’assenza di Mohamed Salah dall’undici titolare non appare più così clamorosa o difficile da giustificare. Il segnale è già arrivato nella recente sfida di Champions League contro il Galatasaray, dove l’egiziano è rimasto in panchina per tutti i novanta minuti nella sconfitta per 1-0.
Al suo posto, Arne Slot ha puntato su un tridente giovane e dinamico composto da Cody Gakpo, Hugo Ekitiké e Florian Wirtz. Se Salah continuerà a offrire prestazioni al di sotto delle aspettative, non è da escludere che il tecnico olandese possa ritenere il numero 11 più un peso che una risorsa, privilegiando profili in grado di garantire freschezza e maggiore intensità.
Ritrovare la forma
Per Slot, però, non c’è nulla di preoccupante riguardo all’egiziano.
“Non stiamo segnando tanti gol come all’inizio della scorsa stagione”, ha spiegato in conferenza stampa due settimane fa.
“È qualcosa su cui stiamo lavorando molto e più giochiamo insieme con questa nuova configurazione, meglio sarà.”
Salah, dunque, conserva ancora la fiducia del suo allenatore, che spera di rivederlo al centro del progetto tecnico. In una squadra ancora alla ricerca del giusto equilibrio dopo i tanti cambiamenti estivi, la missione dell’egiziano è chiara: reinventarsi, adattarsi e tornare a essere decisivo.
E quale palcoscenico migliore per rilanciarsi se non quello del grande classico contro i rivali storici del Liverpool, i Red Devils? Una sfida che vale molto più di tre punti, e che potrebbe segnare l’inizio del riscatto per una delle stelle più luminose, ma offuscate, dell’era recente dei Reds.
Il Manchester United è, numeri alla mano, la vittima preferita di Mohamed Salah. In 17 confronti diretti con i Red Devils, l’esterno egiziano ha messo a segno ben 16 reti, confermandosi una vera e propria bestia nera per la formazione di Manchester.
Dopo aver ritrovato il gol con una doppietta realizzata contro Gibuti con la maglia della sua nazionale, Salah potrebbe cavalcare l’onda dell’entusiasmo e tornare protagonista proprio questo weekend, nella sfida contro la squadra guidata da Ruben Amorim. Un'occasione d’oro per rilanciarsi in un palcoscenico che, storicamente, gli ha sempre portato fortuna.