L'ex Albacete Etcheverry spinge gli USA al Mondiale: "Squadra forte, i quarti il minimo”

L'ex nazionale boliviano, in passato ha giocato anche in Spagna. Oggi vive negli Usa dove allena le giovanili del DC United di Washington.

Il calcio sudamericano ha prodotto sempre personaggi memorabili. Figure storiche che si sono trasformate in icone. Personaggi che hanno lasciato il segno e fatto "impazzire" i tifosi, non soltanto sudamericani, per le loro gesta, la "Garra", le indiscusse  qualità.

Tralasciando gli "Dei" del calcio, come Pelé, Maradona, Ronaldo e via dicendo, c'è tutta una pletora di giocatori che negli anni passati si sono consacrati nei loro Paesi e in tutto il continente americano come simboli di un calcio fatto di forza, talento e allegria.

Tra questi rientra Marco "El Diabloe" Etcheverry, una delle leggende del calcio sudamericano e figura storica della MLS con il D.C. United. Nel '94 trascinò la Bolivia ai Mondiali, qualificandola in una delle sue 3 apparizioni nella competizione iridata. Nel suo curriculum anche un passato in Europa con l’Albacete

“Ho giocato in Spagna, nel ’91. Ero troppo giovane. Quando ero lì, nella mia testa pensavo di essere il miglior giocatore del mondo. Questo era il mio problema. Non lavoravo come un buon giocatore: pensavo solo ‘sono forte’, ma devi dimostrarlo in campo e in allenamento. Mi dicevo: ‘Devi cambiare mentalità’. Sei arrivato lì troppo presto perché hai talento. Ora devi avere esperienza, disciplina, atteggiamento, e quella che in spagnolo chiamiamo compañerismo. Ho avuto quell’esperienza, ma no, non ero il migliore. Loro me lo hanno mostrato e insegnato cosa dovevo fare per diventare un buon giocatore”.

Se oggi potesse giocare in Europa, riuscirebbe ad emergere?

“Certo. A quel tempo ero il secondo miglior giocatore in Sudamerica, quindi stavo dando il massimo. Quando mi sono infortunato in Cile stavo per andare al Real Madrid. Ero già stato con la squadra, ero in hotel. L’allenatore è mio amico: mi ha portato in Spagna, quindi avevo una grande possibilità di giocare nel Real Madrid. Quello era il mio periodo migliore, tra il ’93 e il ’94. Quindi certo, se giocassi adesso, sarei lì”.

Lei adesso osserva da vicino la crescita della nazionale statunitense. Che fase è questa per la nazionale USA?

“Quando Bruce Arena era l’allenatore, quella nazionale giocava davvero bene. Credo una delle migliori, nel ’98, penso. Per me, ora hanno un allenatore che ha lavorato molti anni in Europa, porta tutta l’esperienza, e credo che questa esperienza la trasmetta ai giocatori che ora stanno facendo bene. Hanno giocatori molto forti ora in nazionale. Penso che saranno molto forti e molto difficili da affrontare per gli USA”, spiega Etcheverry.

Dove possono arrivare?

“Dobbiamo essere almeno ai quarti di finale. È il minimo, abbiamo una squadra. Quindi forza USA.”

Al Mondiale potrebbe andare anche la Bolivia, che però dovrà affrontare i playoff. Ce la farà?

“Stiamo lavorando. Stiamo lottando. Abbiamo ancora due partite. Speriamo di avere la chance di andare al Mondiale. Nel '94 ero qui per giocare con la nazionale, ora sarò qui per accogliere i miei compagni.”

Una sfida Usa-Bolivia, come la vedrebbe?

“Oh, sarebbe incredibile. Spero prima che battiamo il Suriname. Abbiamo due partite. Non è facile, ma sarà dura per quelle sei nazionali.”