Finale Europa League, Atalanta-Bayer Leverkusen: dalla sfida tattica in panchina alla battaglia mentale in campo

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Finale Europa League: dalla sfida tattica in panchina alla battaglia mentale in campo

Il teatro dei sogni di Atalanta e Bayer Leverkusen
Il teatro dei sogni di Atalanta e Bayer LeverkusenBEN STANSALL / AFP
A fare la differenza potrebbe non essere il copione in sé scritto dai due registi in panchina, bensì il modo in cui tale copione verrà interpretato dai protagonisti che scenderanno in campo, stasera, a Dublino.

Xabi Alonso e Gian Piero Gasperini hanno avuto tutto il tempo che hanno voluto per studiarsi e capire dove poter fare male al rivale. Atalanta e Bayer Leverkusen si conoscono a memoria.

Ed è per questa ragione che, a meno che l'allenatore basco non abbia preparato per la Dea uno dei suoi soliti cambi di sceneggiatura, difficilmente ci sarà spazio per sorprese dal punto di vista tecnico-tattico.

Il match di Dublino
Il match di DublinoFlashscore

E così, molto probabilmente, a fare la differenza potrebbe non essere il copione in sé scritto dai due registi in panchina, bensì il modo in cui tale copione verrà interpretato dai protagonisti che scenderanno in campo, stasera, a Dublino.

La sfida tattica

Come scrivevamo nei giorni scorsi, ci aspettiamo una gara spettacolare, una bella partita che anche e soprattutto i tifosi neutrali avranno il piacere di godersi perché non ci sarà un monologo, ma le due squadre, a seconda dell'andamento dell'incontro, si alterneranno al comando delle operazioni.

Si tratta, infatti, di due squadre a cui piace essere protagoniste con la palla tra i piedi, ma che sanno essere pericolosissime anche quando il pallone ce l'hanno gli avversari.

Ed è per questa ragione che nessuno dei due tecnici si prenderà la briga di fare la partita per tutti i novanta minuti, coscienti di poter fare la figura di quel ciclista che tira durante tutta una tappa che, nel 99% dei casi, non vincerà lui.

E, come ha fatto capire De Roon, va bene il bel gioco, va bene lo spettacolo, ma quello che conta di più, soprattutto dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro la Juventus, è "vincere e alzare il trofeo".

Parole, quelle del capitano nerazzurro che fanno chiaramente capire in che modo la Dea si sia avvicinata all'ultimo atto dell'Europa League e, quindi, con che fine Gasperini abbia catechizzato i propri ragazzi: "Tutta l'Italia tiferà per noi"

E la stessa cosa si può dire per i tedeschi: "Quando arrivi in una finale e stai per giocarla, conta poco essere imbattuti da 51 partite. Devi pensare solo a vincere la prossima, nel nostro caso quella di domani", ha ammesso Xabi Alonso.

La battaglia mentale

E del resto, entrambi sanno che, per quanto tu possa prepararti bene dal punto di vista tattico, a decidere una finale sono quasi sempre altri tipi di dettagli che il più delle volte sfuggono al controllo delle due cabine di regia: da un errore individuale nel momento e nel posto sbagliato a un'espulsione precoce.

Insomma, come spesso accade in questi casi, a vincere sarà la squadra che dimostrerà di volere di più la coppa, quella che non smetterà di proverà fino alla fine a mettere a nudo le insicurezze dell'avversario.

Come ci arriva la Dea
Come ci arriva la DeaFlashscore

Sembra facile. Ma non lo è. Soprattutto se sei l'Atalanta e devi riuscire a mettere sotto una squadra che non ha perso nessuno dei 51 incontri ufficiali disputati quest'anno, riuscendo a risorgere anche quando tutto sembrava perduto.

Ciononostante, se la Dea riuscirà a neutralizzare il pressing del Bayer e a colpire per prima, poi potrà dare libero sfogo a quello che sa fare meglio: sferrare il colpo di grazia con le sue prepotenti ripartenze. Lo sa bene il Liverpool che ogni volta che sembrava essere vicino a rientrare in partita è stato respinto dalle gradi doti fisiche degli uomini del Gasp.

Come ci arriva il Bayer
Come ci arriva il BayerFlashscore

Dalla sua, invece, il Bayer proverà a colpire il rivale dove fa più male, nell'orgoglio. E già, perché l'Atalanta è reduce dall'ennesima finale persa e potrebbe accusare il fatto di ritrovarsi, di nuovo, troppo presto in svantaggio.

Proprio come le è successo contro la Juve, una squadra tutt'altro che migliore, dal punto di vista tecnico-tattico, della Dea che, a differenza di una squadra abituata a rimontare, proprio per questo motivo potrebbe essere assalita dai dubbi in caso di falsa partenza.

Tutti aspetti, questi, che i due tecnici avranno sicuramente affrontato durante la preparazione della partita sebbene, allo stesso tempo, sia Xabi che il Gasp avranno spiegato ai propri ragazzi che qualsiasi imprevisto potrebbe sabotare anche la strategia più dettagliata e che, in quel caso, a fare la differenza non sarà la lavagna, ma la lucidità mentale e la freschezza fisica.