Con il Paris Saint-Germain già qualificato e spettatore interessato, Real Madrid e Borussia Dortmund si sono affrontati sul prato del MetLife Stadium per conquistare l'ultimo biglietto per le semifinali del Mondiale per Club.
A staccarlo sono stati i blancos, protagonisti di una prova di spessore e maturità, che hanno confermato l'identità tattica imposta da Xabi Alonso. Il 3-2 finale, firmato da Mbappé, Gonzalo e Fran García, riflette un dominio chiaro, costruito su tecnica, ritmo e organizzazione, nonostante un finale folle con il tardivo risveglio del Borussia. Saranno dunque i madrileni ad affrontare la corazzata di Luis Enrique nel penultimo atto del torneo iridato.
I due García guidano l’assalto del Madrid
Il Real Madrid ha imposto sin dai primi minuti un predominio assoluto nel match contro il Borussia Dortmund, mettendo subito in chiaro le linee guida tattiche di Xabi Alonso: un calcio fluido basato sul possesso palla, il controllo territoriale e l’occupazione costante delle fasce per disorientare la retroguardia avversaria.
Al 9’, Gonzalo García ha nuovamente timbrato il cartellino, segnando il suo quarto gol nel torneo con un destro di piatto di prima intenzione a tu per tu con Kobel, su un cross millimetrico pennellato da Arda Güler. Un gol che consacra il giovane attaccante come capocannoniere della competizione, sottolineando il suo incredibile momento di forma.

Con il vantaggio acquisito, i Blancos hanno mantenuto il controllo, gestendo il ritmo con pazienza e qualità. Al 19’, è arrivato il raddoppio firmato dall'altro García, Fran, alla prima rete con la camiseta blanca, servito con un cross rasoterra calibrato dall’altro esterno di centrocampo, Alexander-Arnold, che ha squarciato la difesa tedesca con precisione chirurgica.
Il dominio dei madrileni si è tradotto in molte altre occasioni pericolose, con tentativi di Bellingham e Vinícius, senza però riuscire a calare il tris nel primo tempo. Il Borussia Dortmund, schiacciato dalla superiorità tecnica e tattica, è rimasto senza chance concrete, incapace di spezzare il ritmo imposto dagli spagnoli.
Il Borussia resta a guardare
Nella seconda frazione, Nico Kovac ha provato a rimescolare le carte affidandosi alla panchina: dentro Yan Couto, Nmecha e Beier per dare nuova linfa al Borussia. Un cambio che ha portato un briciolo di vivacità in più, ma senza scalfire minimamente il dominio del Real Madrid, ancora padrone del campo per qualità tecnica, gestione del possesso e ordine tattico.
I gialloneri, pur con maggiore intraprendenza, non sono riusciti ad arrivare con reale pericolosità (solo un tiro centrale di Beier) dalle parti di Courtois, spettatore non pagante per quasi tutto l’incontro. Dall’altra parte, invece, le accelerazioni di Vinícius, gli strappi di Valverde e le incursioni di Bellingham hanno continuato a far vacillare la retroguardia tedesca, costretta a inseguire senza mai trovare contromisure efficaci.
Al 67’, poi, Xabi Alonso ha alzato ulteriormente il livello, richiamando Bellingham, Vinícius e Alexander-Arnold per inserire Mbappé, Ceballos e Luka Modric, futuro protagonista in rossonero.
Finale di match folle
Cambi di prestigio che hanno mantenuto inalterato il controllo del gioco da parte dei blancos, capaci di gestire il doppio vantaggio fino al 92’, quando una respinta corta di Rüdiger ha permesso a Beier di accorciare le distanze con il gol del 2-1 e ravvivare un match fino a quel momento spento.
Un lampo, che però non ha riaperto i giochi: appena un minuto dopo, infatti, Mbappé ha chiuso i conti con una splendida rovesciata da pochi passi, su perfetto assist di Arda Güler, alla sua seconda giocata decisiva della serata.
Nel finale, però, la partita ha regalato un’ultima fiammata: un lancio lungo ha pescato Guirassy in area, atterrato da Huijsen, che ha concesso il rigore e rimediato un rosso diretto che lo terrà fuori dalla semifinale. Lo stesso Guirassy ha trasformato dagli undici metri per il 3-2, ma la rimonta del Borussia si è fermata lì, respinta da un intervento miracoloso di Courtois all’ultimo secondo.
Il pass per il penultimo atto è quindi timbrato: ad attendere il Real, in quella che ha già il sapore di una finale anticipata, c’è il Paris Saint-Germain di Luis Enrique.
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