Googlando le parole 'Cuore Toro' vengono fuori alcuni risultati come un portale dedicato alle vicende del Torino, una canzone di Statuto e un libro di Franco Ossola, letteralmente un vocabolario illustrato della lingua granata. La verità è che a parte questi collegamenti il Cuore Toro è innanzitutto qualcosa di immateriale, un sentimento difficile da essere spiegato a parole anche se molto ben presente nell'animo di tanti tifosi e di gente che con la squadra piemontese ha avuto a che fare direttamente.
Il Cuore Toro d'altronde non è semplicemente il valore tipico di chi possiede coraggio e generosità e che sa affrontare le situazioni, sportive e non, in un certo modo. E' una virtù che si lega in maniera indissolubile alla storia del club granata e di chi ne è consapevole.
La tragedia di Superga in cui persero la vita 31 persone tra cui tutto il gruppo squadra del Torino che aveva a dir poco dominato le stagioni dal 1942 al 1949 e i continui parallelismi con gli odiati rivali della Juventus, la squadra più aristocratica della città e più vincente della storia calcistica italiana, sono stati due tra i fattori che hanno contribuito alla creazione e al rafforzamento di questo che è ormai diventato il vero grande tratto distintivo del club granata.
Una squadra da sempre subordinata alla buona sorte e ai successi, ma non per questo meno degna di venire rispettata e tifata. Anzi, l'essere considerata la squadra 'sfigata' tra le due di Torino non ha impedito di essere supportata in maniera ostinata, oltre ogni beffa e ogni sofferenza, non soltanto in Italia ma anche in giro per il mondo. Il Toro, storicamente gemellato con Fiorentina e Genoa, ha infatti nel corso degli anni costruito dei solidi legami di amicizia e rispetto anche con Benfica, River Plate, Corinthians e Chapecoense, il club brasiliano con cui si è condiviso l'immenso dolore del recente disastro aereo.
Più che i soldi, i titoli in bacheca, le stagioni europee e i grandi campioni in rosa, il tifoso granata può vantarsi in giro di avere qualcosa che gli altri sicuramente non hanno, la capacità di saper convivere con le delusioni di una stagione mai svoltata o con le frequenti celebrazioni dei cugini juventini per le vie della propria città in occasione degli scudetti vinti. Chi ha il Cuore Toro resiste a tutto ciò che ha scritto il destino e va oltre l'inferiorità sul campo, soltanto per amore dei propri colori e della propria storia. Ancora oggi non c'è giocatore o allenatore che, dopo essere stato a contatto con il mondo Toro, non venga influenzato da questo modo di essere, e che rivendichi con orgoglio questo status durante le interviste e le uscite pubbliche o anche dopo aver lasciato il club.
Il Cuore Toro va oltre il calcio: perfino quando si discute delle giocate di un tennista come Lorenzo Sonego (27), ad esempio, viene subito paragonata la sua tenacia e la sua capacità di non mollare su nessun punto al fatto di ritenersi un granata al 100%. Delle caratteristiche che sono racchiuse nel DNA di ogni tifoso del Toro.
Oggi, a pochi giorni dall'ennesimo Derby Della Mole da giocare in casa della Juventus, il Torino si prepara alla sfida per provare a sovvertire l'esito degli ultimi 17 incontri in cui non ha mai vinto. Non si sa ancora se giocherà Alessandro Buongiorno (23), il difensore nato e cresciuto nell'ambiente Toro considerato il possibile futuro leader della squadra per il modo in cui incarna tutto il suo spirito, l'erede designato da tanti ambasciatori della gloriosa storia granata.
All'Allianz Stadium mancheranno anche molti tifosi in segno di protesta, ma in campo ci sarà ugualmente il Cuore Toro a sostegno della squadra, la più grande risorsa del club che non si riesce a spiegare a parole.