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Verso Napoli-Verona, l'aspra rivalità calcistica di due realtà sociali agli antipodi

Gli ultras del Napoli in trasferta
Gli ultras del Napoli in trasfertaAFP
Lo scontro di domani riapre differenze fortissime tra due tifoserie in guerra da quarant'anni, una delle quali, quella di casa, necessita una tregua con la società in un momento fondamentale

Nella costante e ormai arrugginita dicotomia tra Nord e Sud Italia, i luoghi di Verona e Napoli continuano ad assumere i caratteri di poli catalizzanti di una differenza abissale dal punto di vista culturale. Una delle più significative in un paese dalle dimensioni relativamente ridotte ma pieno di lacerazioni al suo interno. Due squadre che non hanno quasi mai combattuto per gli stessi obiettivi, specialmente ad alti livelli, e che oggi vivono l'ennesimo scontro ad alta tensione per via di un odio  maturato ormai da tantissimo tempo per una questione puramente sociale.

A origine di tutto ciò un episodio su tutti, per di più nella stagione 1984-85, ossia quella in cui gli scaligeri si sarebbero laureati campioni d’Italia. Una vera e propria ‘invasione’ di tifosi azzurri, circa 15.000, viene accolta in modo spregevole dai veronesi, la cui chiusura mentale figlia di un’epoca ancora arrugginita a livello culturale fa intonare loro cori come: “Terremotati”, “benvenuti in Italia”, “quanto puzzate”. Quest’ultimo, utilizzato l’anno successivo sulle note di ‘Guantanamera’, ebbe un effetto potentissimo, visto che a riprenderlo fu Mamma Rai. Da quel momento in poi, complice anche la vittoria del primo Scudetto da parte degli azzurri, l’odio prese forma in tutto il suo potere.

Uno sfottò storico

La curva dell'Hellas Verona
La curva dell'Hellas VeronaProfimedia

Gli infiniti episodi di scherno tra le due tifoserie si protrassero per molti anni, creando un clima di astio infinito, nonostante in alcune stagioni le due squadre non finirono con l'incontrarsi nello stesso torneo, quando ormai da ambo i lati si era esaurita la spinta vincente. Nel 1996, tuttavia, ebbe origine quello che per molti è diventato il più originale degli striscioni offensivi tra supporter organizzati. Parliamo del celeberrimo “La storia ha voluto: Giulietta zoccola e Romeo cornuto”, messo in mostra dalla curva B in un Napoli-Verona finito 1-0 grazie a un gol nel finale di Mauro Milanese. Il tutto accompagnato con la coreografia delle banane, che già alla fine degli anni '80 era stata sdoganata dai tifosi azzurri al Bentegodi.

Dopo questo picco, praticamente mai più raggiunto da altri striscioni, arrivò una replica pesante da parte dei tifosi veneti: nel gennaio 2001 una rimonta del Verona sugli azzurri fece esplodere la curva gialloblu in un ironico ma sadico "Oj vita, oj vita mia", scimmiottando il coro più noto dei tifosi napoletani, salito alla ribalta nei gloriosi anni dei due Scudetti.

Oggi che il Napoli è capolista e il Verona lotta per non retrocedere, si ripropone uno dei duelli più sentiti da una curva all'altra.  I 1200 tagliandi a disposizione dell'Hellas nel settore ospiti del Diego Armando Maradona, che per ora non hanno visto un riscontro importante in quanto ad acquisti, sono senza dubbio un'apertura da parte della società partenopea, la quale però deve a sua volta risolvere problemi di ego e orgoglio con i suoi supporter. Ma questa è un'altra storia, tutta nuova.