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Bundesliga: il Mainz sospende El Ghazi dopo un post in difesa della Palestina

È in discussione uno slogan utilizzato dalla fazione nazionalista palestinese e da Hamas
È in discussione uno slogan utilizzato dalla fazione nazionalista palestinese e da HamasMainz 05
Il club tedesco della Bundesliga ha annunciato martedì di aver sospeso il 28enne in seguito a un post - poi cancellato - in cui "prendeva una posizione sul conflitto in Medio Oriente intollerabile per il club".

Il Mainz ha annunciato martedì di aver sospeso l'esterno Anwar El Ghazi (28) in seguito a un post - poi cancellato - in cui "prendeva una posizione sul conflitto in Medio Oriente intollerabile per il club".

"La sospensione fa seguito a discussioni approfondite tra la dirigenza (del club) e il giocatore. Il Mainz 05 rispetta l'esistenza di diverse prospettive nel complesso conflitto in Medio Oriente che dura da decenni. Tuttavia, il club prende chiaramente le distanze dal contenuto della pubblicazione, in quanto non in linea con i valori del club", ha dichiarato il club in un comunicato.

Nel post che ha portato a questa decisione, l'olandese di origine marocchina El Ghazi faceva riferimento alle azioni commesse dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza e nei territori occupati da Israele e concludeva affermando: "Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera".

Questa frase è uno slogan comunemente usato dalla fazione nazionalista palestinese e da Hamas stesso, riconosciuto dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea come gruppo terroristico, che rifiuta il diritto all'esistenza dello Stato di Israele e che può essere interpretato come un appello alla sua distruzione.

La pubblicazione di El Ghazi che ha portato alla cancellazione del suo contratto
La pubblicazione di El Ghazi che ha portato alla cancellazione del suo contrattoFlashscore

Qui il testo completo del post:

"Questa non è una guerra. Quando una parte taglia l'acqua, il cibo e l'elettricità all'altra, non è una guerra. Quando una parte ha armi nucleari, non è una guerra. Quando una parte si finanzia con miliardi di dollari, non è guerra. Quando una parte usa l'intelligenza artificiale per diffondere disinformazione sull'altra, non è guerra. Quando i social network censurano i contenuti di una parte, ma non dell'altra, non è guerra. Questo non è un conflitto, né una guerra. È un genocidio e una distruzione di massa, di cui siamo testimoni in tempo reale. Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera".