Cairo contro la Superlega: "Sentenza contraddittoria, contro il merito sportivo"

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Cairo contro la Superlega: "Sentenza contraddittoria, contro il merito sportivo"

Urbano Cairo
Urbano CairoProfimedia
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il presidente del Torino si dimostra totalmente avverso alla creazione del nuovo torneo

"La definirei una decisione contraddittoria: da una parte sostiene che non ci devono essere monopoli come quelli dell’Uefa e della Fifa, ma allo stesso tempo concede una possibilità a questa Superlega che è contro la libera concorrenza perché vi partecipano sempre gli stessi". Così, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, il presidente del Torino Urbano Cairo parla della sentenza della corte europea per la quale il monopolio di Uefa e Fifa non è più sostenibile, e che apre a una possibile organizzazione della Superlega. 

Un torneo che, secondo quanto ritiene il patron della società granata, andrebbe contro il progresso e riporterebbe il calcio al Medioevo nel nome di una "nobiltà" che ormai non fa più testo. Per Cairo, infatti, la Superlega sarebbe un progetto antistorico: "Il progresso economico del mondo ha permesso a coloro che hanno idee e abilità di affermarsi, di avere successo. La Superlega del calcio questo processo vorrebbe interromperlo per tutelare una élite ristretta e garantire privilegi sempre agli stessi".

Fronte d'opposizione

Cairo già ha deciso dove schierarsi, ossia nell'imponente fronte che si oppone alla creazione del presunto mega campionato continentale. Un fronte che ha il suo esponente più solido nei club di Premier League, come egli stesso ammette: "L’Inghilterra, che ha il campionato più famoso al mondo, ha risposto picche. Subito e in modo netto. La stessa risposta è arrivata dal Bayern Monaco in Germania, dal Psg in Francia, dalla Roma e dall’Inter in Italia e dall’Atletico Madrid in Spagna. Per non parlare di tutti gli altri club (quelli che non erano stati invitati nel progetto originale, ndr), delle leghe, delle federazioni, della Uefa, della Fifa... Un coro molto negativo rispetto a questo progetto che è stato accolto malissimo".

Per il patron granata, questo torneo sarebbe una regressione nel tempo: "È un qualcosa di contrario allo sport e al merito sportivo. Se la Superlega diventasse realtà, torneremmo indietro di oltre due secoli, quando comandavano i nobili e tutti gli altri che volevano affermarsi all’interno della società erano confinati in basso". Uno dei modelli da prendere in considerazione, secondo Cairo, è quello del presidente della Liga: "Trovo giusto quello che ha detto Tebas ovvero che questa Superlega non si farà per i prossimi cento anni".

Contro i principi dello sport

Una delle motivazioni della forte avversione alla Superlega è il rispetto verso i tifosi, che per Cairo sono "quelli che pagano il biglietto allo stadio e hanno il piacere di sognare una sorpresa sul campo contro una grande o la crescita della propria squadra, magari con investimenti giusti fatti dalla proprietà".

Il presidente del Toro fa il suo stesso esempio dal punto di vista imprenditoriale: "Chi investe e ha idee, deve potersi affermare. Se ciò non fosse possibile, non sarei mai diventato editore di Rcs, un’azienda che prima del mio arrivo era in forte perdita. A maggior ragione questo deve succedere nello sport, la cosa più democratica che ci sia: lì i raccomandati non esistono, contano solo i risultati e vincono i più bravi. Prendete per esempio l’atletica e i 100 metri: uno può anche essere raccomandato ma se li corre in 11 secondi e gli altri in 10, non lo prende in considerazione nessuno. Introducendo situazioni da parrucconi del ‘700 come questa Superlega, si vorrebbe garantire potere a chi rischia di perderlo o di non averlo assicurato per sempre".

Infine, la chiusura sull'opzione paventata di offrire le partite della Superlega gratis su una piattaforma comune: "Una trovata irrealistica, demagogica e impossibile da realizzare".