Con la pole di Carlos Sainz, la partenza dalla terza piazza di Charles Leclerc e la partenza delle Red Bull dalle retrovie, le possibilità che la Ferrari vinca oggi il suo primo Gran Premio stagionale sono concrete, a meno di errori umani o guasti tecnici.
A Marina Bay, vista l'inaspettata eliminazione di Max Verstappen e Sergio Perez in Q2, alle con una RB19 che il campione del mondo ha definito inguidabile, almeno per metà gara la Ferrari dovrà vedersela con la Mercedes di George Russell, secondo a soli 72 millesimi, e con la sempre pericolosa McLaren di Lando Norris. Un impegno sulla carta fattibile per una Rossa che ha stupito in termini prestazionali su un circuito ad alto carico aerodinamico.
L'intuizione vincente: lunga vita alle gomme
A Maranello si è sempre pensato a massimizzare le prestazioni con i picchi di potenza, ma questi avevano chiare controindicazioni, causando pattinamenti in accelerazione e all'uscita delle curve che causavano anche il surriscaldamento, e quindi l'usura, degli pneumatici posteriori. Studiando il favoloso DRS Red Bull - come spiega anche Biagio Nugnes su Motorsport - i tecnici si sono accorti che veniva consumata molta energia elettrica in fase di trazione e ne restava poca per il rettilineo, vista l'esigenza di un leggero rilascio dell'acceleratore per ricaricare le batterie.
Hanno così pensato di ridurre la coppia in accelerazione per parcellizzare l'energia in modo da poterla usare in rettilineo, ma questo ha avuto un grande effetto anche sulla durata degli pneumatici, vista la riduzione dei pattinamenti causati da un'uscita di curva meno brusca. Se nelle prove di venerdì la rossa è sembrata velocisissima, in quelle di sabato i tecnici hanno optato per un ibrido meno prestazionale che però nel mini-long run (e senza l'uso del DRS) ha restituito un passo migliore. Meno margine sul giro secco ma vita più lunga ai pneumatici, in vista del GP.
I pericoli
Il "compromesso" ha funzionato e Carlos Sainz ha firmato la sua quinta pole in carriera, la seconda di fila, nonché la 246esima della Ferrari. Se la gara "è un'altra bestia", come ci ha insegnato la Red Bull in stagione, la riduzione dell'usura degli pneumatici fa ben sperare, visto che è sempre stato il problema principale di questa SF-23.
Poi certo, la Mercedes è sempre temibile e il distacco di 72 millesimi di Russell sta lì a dimostrarlo, Verstappen ha vinto gare anche partendo dalle retrovie e con una buona partenza potrebbe essere pericoloso prima di quanto previsto, Norris e la McLaren sono brutti clienti. Non solo: c'è da aspettarsi anche una battaglia tra i due ferraristi come a Monza, ma i due hanno dimostrato di poter dar vita a grandi duelli senza rischiare eccessivamente. Insomma, forse potrebbe essere la volta buona, ma meglio non dirlo. Come ama ripetere Leclerc: "Non facciamoci illusioni".