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San Siro: Inter e Milan firmano il rogito e intanto la procura indaga per turbativa d’asta

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Lo stadio Giuseppe Meazza di San Siro
Lo stadio Giuseppe Meazza di San SiroPIERO CRUCIATTI / ANADOLU / ANADOLU VIA AFP

Il Comune di Milano completa la vendita dello stadio e delle aree limitrofe per 197 milioni. La Procura indaga per turbativa d’asta, con l’audizione del promoter Claudio Trotta

Lo stadio di San Siro passa di proprietà. È stato firmato questa mattina il rogito che prevede la vendita dello stadio e delle aree limitrofe da parte del Comune di Milano a Inter e Milan. La firma del rogito fa seguito alla delibera di vendita approvata dal Consiglio comunale lo scorso 29 settembre. Il prezzo di vendita di stadio e aree è di 197 milioni di euro.

"La realizzazione del nuovo stadio e dell'intervento di rigenerazione urbana per l'area di San Siro rappresentano un nuovo capitolo per la città di Milano e per entrambi i Club". Inter e Milan commentano così la firma dell'atto per l'acquisto del Meazza.

"Questo importante traguardo - aggiungono le due società in una nota congiunta - riflette le ambizioni condivise da Milan e Inter e dalle rispettive proprietà, RedBird e fondi gestiti da Oaktree, per un successo sportivo a lungo termine e per un investimento che permetterà di creare valore a supporto della crescita sostenibile di entrambe le società".

La procura indaga

Sulla compravendita dello stadio di San Siro, per il quale era previsto oggi il rogito notarile, la Procura di Milano sta indagando per turbativa d'asta. Lo apprende l'ANSA. Proprio questa mattina è stato sentito dai pm Paolo Filippini, Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi il promoter Claudio Trotta, tra i fondatori del comitato Sì Meazza.

In una lettera aperta al sindaco, Trotta aveva rivelato che insieme ad altri operatori dello spettacolo dal vivo avrebbe voluto fare un'offerta per lo stadio ma che era stato impossibile partecipare al bando del Comune per le tempistiche troppo strette.

Speculazione immobiliare

Per le tempistiche, 37 giorni dalla pubblicazione il 24 marzo scorso fino al 30 aprile, giorno della chiusura, e per le modalità che riguardavano non solo lo stadio ma anche le aree circostanti, quell'avviso di interesse pubblico per San Siro, predisposto dal Comune di Milano, era già ritagliato su "un'operazione di speculazione immobiliare" con cui, in sostanza, tagliare fuori altri partecipanti che potevano avere altre proposte.

È questo il senso della testimonianza, resa oggi davanti ai pm, del promoter Claudio Trotta, sentito come persona informata sui fatti nell'inchiesta per turbativa d'asta sulla vendita del Mezza. 

Trotta, incrociato al palazzo di Giustizia, è stato sentito come testimone in quanto assieme all'ex assessore e negli anni '80 vicesindaco di Milano, Luigi Corbani, è uno dei fondatori de 'Il Comitato Sì Meazza' nato per salvaguardare ed eventualmente ammodernare la struttura e recuperare a verde l'area circostante.

Il promoter musicale, convinto che San Siro possa essere polifunzionale, già nel 2019, come lui stesso ha raccontato, era intervenuto sulla vicenda con la proposta di un bando internazionale per la ristrutturazione e la futura gestione dello stadio dopo la fine della concessione nel 2030.

Gli avevamo "detto 'vogliamo un bando pubblico e noi parteciperemo per la ristrutturazione e la gestione futura con o senza le due squadre' e ciò significava che lo stadio poteva stare in piedi comunque con o senza il calcio". Un piano messo nero su bianco anche in una lettera pubblica al primo cittadino Il quale, ha invece "fatto un avviso di interesse pubblico che non era un bando e si parlava di una area per fare un' operazione immobiliare".

In sostanza, Trotta avrebbe messo a verbale di non aver potuto partecipare di fatto a quell'avviso di interesse pubblico tra fine marzo e aprile, che "non era nemmeno un bando", perché ciò che si voleva portare avanti era un'operazione di speculazione immobiliare, attraverso la vendita ai club, già confezionata.

Il progetto

Inter e Milan hanno affidato a Foster + Partners e Manica il percorso progettuale e di sviluppo di un nuovo impianto di livello mondiale e del masterplan per l'area circostante. Lo ricordano nella nota congiunta i due club, secondo cui "lo stadio risponderà ai più alti standard internazionali ed è destinato a diventare una nuova icona architettonica per la città di Milano".

Nell'ambito del progetto, proseguono le società, "sorgerà un nuovo polo di eccellenza che rifletterà la vocazione sportiva e culturale del quartiere di San Siro e dell'intera città, rigenerando uno spazio urbano nel segno di innovazione, sostenibilità e accessibilità".

L'operazione, perfezionata tramite la società Stadio San Siro S.p.A., è supportata da un finanziamento disposto dagli istituti bancari internazionali Goldman Sachs e J. P. Morgan in qualità di coordinatori principali, insieme ai partner bancari dei Club, Banco BPM e BPER Banca.