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Sinner il 'sindacalista' accusa gli Slam: "Ignorano le richieste dei meno tutelati"

Sinner è stato sconfitto da Alcaraz nella finale dell'ultimo Slam stagionale: lo Us Open
Sinner è stato sconfitto da Alcaraz nella finale dell'ultimo Slam stagionale: lo Us OpenProfimedia

Il numero uno azzurro denuncia la scarsa redistribuzione dei ricavi e la mancanza di tutele sociali per i tennisti fuori dall’élite: "Gli Slam devono garantire equità, non solo ai campioni".

Jannik Sinner in versione 'sindacalista', contro i tornei del Grande Slam: il numero uno italiano, nella inedita veste di rappresentante dei più deboli, ha duramente criticato i quattro grandi eventi del tennis mondiale, accusandoli di ignorare le richieste avanzate dai migliori giocatori e giocatrici del circuito in tema di premi in denaro e benefit sociali per gli atleti di livello inferiore.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Guardian, le proposte avanzate ad agosto dai top 10 di ATP e WTA — che prevedevano una revisione dei premi e un sistema di sostegno più equo — sono state respinte, così come la richiesta di un incontro ufficiale agli US Open. I tornei hanno motivato il rifiuto citando una causa legale in corso con la Professional Tennis Players Association (PTPA), l'organizzazione fondata da Novak Djokovic nel 2020.

Dal canto suo, però, Sinner non ha nascosto la propria contrarietà, ribadita in un'intervista allo stesso quotidiano britannico: "Abbiamo avuto buone conversazioni al Roland Garros e a Wimbledon, ma siamo rimasti delusi quando ci è stato detto che gli Slam non possono dare seguito alle nostre proposte finché non saranno risolte altre questioni. Nulla impedisce però agli Slam di affrontare ora temi come pensioni e assistenza sanitaria".

Il tennista altoatesino, secondo il giornale britannico, si è fatto portavoce delle rivendicazioni, ritagliandosi spazio e tempo tra i tanti tornei, i viaggi frequenti, i successi e le ultime polemiche. Sinner ha ribadito la richiesta di una maggiore redistribuzione dei ricavi: "Gli Slam generano la maggior parte dei profitti del tennis. Chiediamo un contributo equo per sostenere tutti i giocatori, e un montepremi che rifletta davvero i guadagni di questi tornei. Vogliamo collaborare per trovare soluzioni positive per tutti".

La battaglia

Attualmente, i tornei del Grande Slam destinano ai premi per i giocatori in tabellone tra il 12% e il 15% dei loro introiti complessivi, contro il 22% dei principali eventi ATP e WTA come Indian Wells o l'Open d'Italia. A Wimbledon 2024, il montepremi di 50 milioni di sterline (l'equivalente di circa 57 milioni di euro) ha rappresentato solo il 12,3% degli oltre 463 milioni di ricavi.

La battaglia dei giocatori non riguarda però solo il denaro: nelle lettere inviate ai tornei, gli atleti hanno chiesto anche tutele sociali — come pensioni, assistenza sanitaria e maternità — già garantite in parte dai circuiti ATP e WTA. La mancanza di trasparenza sui conti dei tornei e l'assenza di dialogo sembrano aver esasperato il confronto, sottolinea il Guardian, spingendo figure come Carlos Alcaraz, Coco Gauff e Aryna Sabalenka a schierarsi al fianco di Sinner nella protesta.

Nonostante Wimbledon e US Open quest'anno abbiano aumentato i montepremi rispettivamente del 7% e del 5%, i giocatori ritengono che tali incrementi finiscano nelle tasche principalmente dei vincitori, penalizzando chi si ferma nei primi turni: "Il tennis non vive solo dei campioni — ha sottolineato Sinner — ma anche di chi fatica ogni settimana per restare nel circuito".