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OPINIONE: Bravo Sinner, sei il numero uno e ora non hai più limiti

Jannik Sinner e Carlos Alcaraz
Jannik Sinner e Carlos AlcarazDAISUKE URAKAMI / Yomiuri / The Yomiuri Shimbun via AFP
La vittoria sul campo prestigioso di Wimbledon, ottenuta contro il numero 2 del mondo ed eterno rivale Carlos Alcaraz, proietta Sinner in una nuova dimensione di consapevolezza nei confronti dello spagnolo, rendendo più universale il suo status di numero 1.

Dopo il triste e piuttosto drammatico epilogo del Roland Garros, per Sinner c'erano due possibilità. Una era continuare a rimuginare sulla sconfitta e su un match praticamente regalato all'avversario dopo i match point falliti e quindi farsi venire una sorta di complesso nei confronti di Alcaraz, alla quinta vittoria consecutiva negli scontri diretti. 

L'altra era guardare il bicchiere mezzo pieno, nonostante tutto, e prendere quanto di buono quel match in terra francese aveva evidenziato, cioè che il gap con lo spagnolo sulla terra battuta era stato annullato, e quindi donargli la consapevolezza di poterlo battere in una finale del Grande Slam (e trionfare su superfici diverse dal cemento).

Considerando la forza mentale dell'altoatesino, il suo essere "vincente", personalmente non avevo dubbi che il suo cervello avesse già preso la seconda strada, metabolizzando nei giorni seguenti quella dolorosa sconfitta agli Open di Francia, e ricavandone solo il lato positivo. In questo potrebbe averlo aiutato anche  il coach Darren Cahill, che si occupa più del lato psicologico dei campione rispetto a quello più tecnico affidato alle cure di Simone Vagnozzi, e che ha formato la mentalità dell'altoatesino dandogli una nuova dimensione, una dimensione alla "Djokovic", una dimensione da numero uno. 

Le statistiche della finale
Le statistiche della finaleFlahscore by EnetPulse

Si può quindi dire che quella sconfitta a Parigi sia stata salutare per dare a Sinner una marcia in più e al contempo fornirgli la rabbia agonistica necessaria per la "vendetta" a Wimbledon. E che vendetta, sul campo più prestigioso del circus, dove nessun italiano aveva mai vinto. Una vittoria che tra l'altro lo rende socio onorario con tanto di spilletta dell'All England Club, che vanta in tutto 500-600 iscritti, un privilegio che durerà per tutta la vita.

Numero 1 

A conferma di quanto sia stata "salutare" quella sconfitta, le parole a caldo del campione a fine match: "Non è stato facile accettare quella partita. Cerco di essere sempre onesto con me stesso, e alla fine sono giunto alla conclusione che fosse stato meglio perdere così che non conquistando solo due game". E poi ancora: "Soprattutto nei tornei importanti devi capire cosa non ha funzionato e lavorare su quello: usare la sconfitta e continuare a lavorare. Ed è uno dei motivi per i quali sono qui con questo trofeo".

Ecco perché questa vittoria a Wimbledon contro Alcaraz, al di là del suo enorme prestigio, ha un valore ancora più profondo: consolida la sua consapevolezza e certifica ancor di più lo status di numero 1 dell'azzurro. Non soltanto nella classifica ma anche agli occhi del circus, di chi ancora aveva dei dubbi dopo le cinque vittorie consecutive dello spagnolo dalla semifinale di Indian Wells del 2024 e in virtù delle vittorie negli scontri diretti (8-5 ora), sebbene Sinner l'avesse già battuto al quarto turno di Wimbledon nel 2022. Altri tempi, comunque.

Gli ultimi scontri diretti negli slam
Gli ultimi scontri diretti negli slamFlashscore by EnetPulse

Da sempre considerato "più dotato tecnicamente", il tennista di Murcia è oggi a ragione il numero 2, anche se la battaglia tra questi due campioni continuerà a suon di miglioramenti continui da una parte e dall'altra in una sfida che ha già segnato e segnerà in futuro il tennis odierno e la sua storia. Certo è però che Sinner sa ora di poterlo battere non soltanto sul cemento, il suo giardino di casa, ma anche sulle altre superfici. Manca ancora il sigillo della terra al Roland Garros, ma siamo a un tanto così....arriverà. Come ha detto lui stesso: "La rivalità con Carlos? È uno stimolo in più, ma non credo di essere ancora arrivato al mio meglio: ho 23 anni, spero di poter continuare a migliorare". 

Marco Romandini - Caporedattore Diretta News
Marco Romandini - Caporedattore Diretta NewsFlashscore