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Sinner vuole il primo posto del ranking, Auger-Aliassime le Finals: tutto sulla finale di Parigi

Auger-Aliassime e Sinner
Auger-Aliassime e SinnerELSA / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / GETTY IMAGES VIA AFP

La finale del Masters sul duro indoor parigino conta parecchio per entrambi: l'azzurro scavalcherebbe Alcaraz in caso di vittoria, il canadese befferebbe Musetti.

Per la sesta volta in carriera e per la terza nel 2025 si affrontano Jannik Sinner e Felix Auger-Aliassime, mai contro in una finale.

I precedenti sono in perfetta parità, se non si considera il forfait dell'azzurro a Madrid nel 2024: il canadese si è imposto nelle prime due sfide (sempre a Madrid e a Cincinnati), mentre l'italiano ha replicato vincendo a Cincinnati e agli US Open.

ATP Parigi: Auger-Aliassime Felix - Sinner Jannik (anteprima video)
Flashscore

Questione di stimoli

Per il numero 2 al mondo, il successo a Parigi (torneo che non ha mai vinto) significherebbe tornare in vetta al ranking, superando anche solo per qualche giorno Carlos Alcaraz.

L'incontro non è meno stimolante per lo sfavorito dei due, che, in caso di successo, otterrebbe il matematico pass alle ATP Finals di Torino, ai danni dell'azzurro Lorenzo Musetti.

Il percorso a Parigi

I due tennisti provengono da percorsi quasi opposti: l'altoatesino, che aveva bisogno di giocare il meno possibile per risparmiare energie, è riuscito a non perdere neanche un set, rimanendo in campo per 5 ore e 7 minuti, soprattutto grazie ai rapidi match contro Ben Shelton e Alexander Zverev.

I precedenti
I precedentiFlashscore

Il tennista di Montreal, invece, è reduce da incontri lunghi e rimonte dispendiose, contro Francisco Comesana, Alexandre Muller e Daniel Altmaier: ecco perché il conto delle ore impiegate per raggiungere l'ultimo atto del torneo è stato ben 10 e 29 minuti, più del doppio rispetto all'avversario.

Match alla pari?

Le 'passeggiate' nei quarti e in semifinale non devono illudere Sinner, che sa quanto sia complicato sfidare Auger-Aliassime sul veloce indoor, anche se non l'ha mai affrontato su questa superficie. 

Sono sicuramente vivi, però, i ricordi della battaglia disputata due mesi fa a Flushing Meadows, che valse un posto in finale. Proprio quella partita, giocata per larghi tratti alla pari, deve invece ispirare l'attuale numero 10 del mondo, che negli ultimi mesi ha ritrovato la forma e, soprattutto, le vittorie (tre i titoli vinti, l'ultimo pochi giorni fa a Bruxelles), tornando temibile come un tempo anche grazie a un rendimento al servizio di primissimo livello.