Tennis: escluso da Indian Wells e Miami, Djokovic non ha "rimpianti" e pensa agli Us Open

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Tennis: escluso da Indian Wells e Miami, Djokovic non ha "rimpianti" e pensa agli Us Open
Novak Djokovic
Novak Djokovic
AFP
Dopo essere stato costretto a rinunciare ai tornei di Indian Wells e Miami, il tennista serbo è stato superato da Alcaraz in vetta al ranking Atp: "Carlos lo merita".

Novak Djokovic ha dichiarato di non avere rimpianti per esere stato costretto a saltare i tornei di Indian Wells e Miami a causa della sua mancata vaccinazione al Covid-19, sebbene abbia ammesso di conservare la speranza che gli sia permesso l'ingresso negli Stati Uniti entro la fine dell'anno per poter partecipare allo US Open.

Gli Stati Uniti, attualmente, vietano l'ingresso nel paese agli stranieri non vaccinati, anche se la politica dovrebbe essere revocata, a maggio, quando il governo americano dovrebbe sollevare tutti i divieti dovuti all'emergenza Covid.

Djokovic, 35 anni, ha chiesto senza successo al governo degli Stati Uniti un permesso speciale per giocare a Indian Wells e Miami. Ma non c'è stato nulla da fare e il serbo è stato superato in testa al ranking Atp dallo spagnolo Carlos Alcaraz, fresco vincitore a Indian Wells.

"Non ho rimpianti - ha assicurato Djokovic alla Galileus Web - . Ho imparato nella vita che i rimpianti ti trattengono e in pratica ti fanno vivere nel passato e io non voglio farlo e non voglio vivere nemmeno troppo nel futuro. Preferisco rimanere concentrato sul presente, pensando ovviamente a come mettere le basi per creare un futuro migliore. Mi congratulo con Alcaraz. Merita assolutamente il numero uno".

Djokovic ha sottolineato che è un peccato che non gli sia stato permesso di competere negli Stati Uniti, dove ha riscosso molti successi, inclusi tre dei suoi 22 Grandi Slam: "Detto questo, sono cosciente che era una delle conseguenze che avrebbe potuto provocare la mia decisione" di non vaccinarmi.

Presto, però, le cose potrebbero cambiare: "La situazione attuale è questa ma spero che entro la fine dell'anno la situazione possa cambiare per permettermi di partecipare gli US Open, il torneo più importante su suolo americano".

Allo stesso modo, il serbo ha assicurato che la controversia non ha intaccato il suo entusiasmo per lo sport: "Al contrario, sono più entusiasta che mai, più motivato che mai per lo sport, la mia famiglia, la mia fondazione, tutti i progetti e tutto quello che sto facendo fuori dal campo. La dignità, l'integrità e rimanere fedele a me stesso, alle mie convinzioni e ai miei diritti sono al di sopra di tutto".