Coppa Davis: analizzando Italia-Spagna, speranze per il tris ma la sfida sarà ostica

La squadra azzurra
La squadra azzurraTIZIANA FABI / AFP

Sarà il 14° confronto tra le due nazionali che finora ha fatto registrare un sostanziale equilibrio, con gli azzurri in vantaggio 7-6. L'ultima vittoria risale al 1997. Anche quest'anno i valori in campo sembrano equilibrati. Analisi dei probabili incontri.

BOLOGNA - E così la finale di Coppa Davis 2025 a Bologna sarà tra Italia e Spagna. Dopo l'epica vittoria di Flavio Cobolli "alla hulk" nello stillicidio del sesto tie-break più lungo della storia della Davis, gli iberici hanno risposto con la solidità del loro doppio Granollers/Martinez, che ha avuto la meglio su quello tedesco formato da Krawietz/Puetz. 

Sarà il 14° confronto tra Italia e Spagna in Coppa Davis, con gli azzurri che conducono 7-6. È però da tempo che non si incontrano, l'ultima sfida infatti riasale a 19 anni fa, quando a San Sebastian gli spagnoli con Nadal si imposero 4-1. All'epoca c'era anche l'attuale capitano azzurro Filippo Volandri che vinse 3-0 contro Robredo ma si dovette arrendere 3-1 a Rafa. L'ultima vittoria azzurra è del 1997, con la nazionale formata da Camporese, Nargiso e Furlan che vinse a sorpresa 4-1 contro gli iberici che potevano vantare in squadra Carlos Moya e Albert Costa.

Analizzando tra le due possibili finaliste alla vigilia, c'era lo spauracchio Zverev, n. 3 del mondo e giocatore col ranking più alto in questo torneo, ma la Spagna, seppur priva di Alcaraz, è una squadra da temere e l'ha dimostrato in questo torneo. Anche se solo intorno alle 14 si conosceranno le scelte per gli incontri di singolo dei capitani, a scendere in campo con tutta probabilità saranno Pablo Carreno-Busta contro Matteo Berrettini e Jaume Munar contro Flavio Cobolli. E sono due match sulla carta molto incerti.

Berrettini vs Carreno

Matteo, che ha fatto valere la sua esperienza contro il belga Collignon, contro Carreno su quel piano gioca ad armi pari, visto che il 34enne spagnolo, ex top ten come lui (best ranking 10) è un altro veterano, peraltro uno che usa molto la testa: se ha fatto carriera non lo deve infatti a colpi o abilità fisiche particolari ma alla sua intelligenza in campo.

Il tennista romano, se in forma, ha qualcosa in più specie sulle superfici veloci. Ma anche per colpa di quel dolorino alla schiena, che non gli ha impedito di scendere comunque sul court, le sue condizioni non sono certo ottimali. Fortissima invece la sua passione per la nazionale, che Matteo ha ribadito più volte in conferenza stampa parlando del sogno da bambino, e sicuramente darà il 100% andando oltre anche a qualche acciacco.

Tra Carreno e Berrettini ci sono solo due precedenti, peraltro vecchi di tre anni e sono finiti con una vittoria a testa. L'ultima è dello spagnolo al Masters 1000 di Toronto, la prima dell'italiano agli Open d'Australia. Carreno, prima di battere Struff è stato sconfitto dal ceco Mensik nel quarto di finale, mentre Matteo ha vinto entrambi suoi incontri, regolando senza grandi difficoltà l'austriaco Rodionov e il belga Collignon. Sulla carta Matteo è favorito, ma le variabili non mancano.

Cobolli vs Munar

Il n. 36 Atp Jaume Munar è probabilmente nel suo periodo di maggior forma, e non si è visto solo contro uno spento Rinderknech, battuto senza troppi problemi per dare il 2-0 sulla Francia, ma anche contro il n.3 del mondo Alexander Zverev, costretto alla vittoria solo con due tie-break. Quest'anno viene anche dall’ottavo di finale di Flushing Meadows, battuto dal nostro Lorenzo Musetti.

Lo spagnolo ha dimostrato di essere migliorato molto anche sulle superfici veloci, un po' come Cobolli. Nell'unico precedente tra i due è arrivata una vittoria netta per il 26enne nativo di Santanyl a Shanghai, dov'è finita 7-5 6-1, ma l'azzurro aveva manifestato un problema alla gamba nel secondo set. Flavio è cresciuto in forza e consapevolezza, e la vittoria contro Bergs arrivata in quel modo potrebbe anche rappresentare lo scatto al livello successivo. 

Inoltre, la Coppa Davis non è un torneo Atp, sono due mondi diversi anche se è pur sempre lo stesso sport. Flavio ha detto in conferenza stampa qui a Bologna che per battere Bergs in quella montagna russa al tie-break con 7 match point annullati per parte, ha cercato di restare freddo e non pensare a niente tranne che ai colpi da fare. Una mentalità da campione. Però è anche uno che si esalta nella lotta, nell'agone, come un gladiatore per tornare all'epica dei tifosi della sua squadra del cuore, la Roma.

Contro Bergs l'ha dimostrato aizzando la folla come fanno i giocatori in casa. E la casa, l'Italia, si è fatta sentire a Bologna caricandolo durante tutta la partita. Lui ha risposto come doveva e alla fine si è strappato anche la maglietta come Hulk. Missione compiuta. Munar però è un po' più insidioso di Bergs. Tra i due c'è solo un precedente agli Us Open di quest'anno vinto facilmente dallo spagnolo in tre set 6-1 6-4 6-4.

Bolelli/Vavassori vs Granollers/Martinez

In una sfida così incerta è possibile che Simone Bolelli e Andrea Vavassori, seduti comodi (si fa per dire, hanno saltato, urlato e gioito ) in panchina dovranno svestire la tuta per scendere in campo. In quel caso dall'altra parte troveranno invece una coppia ben rodata formata dallo specialista, fuoriclasse della categoria, Marcel Granollers, e dal suo compagno Pedro Martinez, che non è lo storico argentino Horacio Zeballos con cui è abituato a dominare nella specialità, ma un fido scudiero con cui c'è una grande intesa.

La coppia spagnola al contrario di quella azzurra è dovuta scendere già due volte in campo in questo torneo per fare la differenza. La prima contro la coppia ceca Machac-Mensik e l'altra contro i forti tedeschi Krawietz/Puetz, dimostrando grande forma.

Il fatto che la coppia azzurra gioca insieme tutto l'anno rispetto a quella spagnola, sulla carta potrebbe essere visto come un vantaggio per l'Italia, ma il duo capitanato da Ferrer in questo torneo ha dimostrato che anche se Martinez non è proprio uno specialista, la vicinanza di un fuoriclasse come Granollers giova al punto da limare i difetti. Il classe 1986 ha vinto 32 titoli compresi Roland Garros e Us Open quest'anno.

Tra servizi e gioco a rete Marcel può fare la differenza, come l'ha fatta contro i tedeschi, che peraltro erano favoriti. Il vantaggio azzurro è invece che ha due top ten della categoria come Bolelli e Vavassori, forti e affiatati più degli spagnoli. Tra l'altro la coppia italiana ha sconfitto Granollers col suo compagno abituale Zeballos proprio alle Atp Finals di Torino in due set (7-6 6-4). 

Questa domenica, però, i numeri forse conteranno poco. A fare la differenza in finale potrebbe essere anche l'Arena, che ha già spinto Cobolli a un'impresa eroica. Giocare in casa potrebbe alla fine risultare determinante.

Marco Romandini - Caporedattore Diretta News
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