È stata la più bella storia di tennis dell'anno: due cugini che si affrontano nella finale di un Masters 1000. Il n. 204 ATP Valentin Vacherot, che era sembrato in difficoltà fin dalle qualificazioni, aveva fatto il massimo della sua carriera battendo ieri nientemeno che Novak Djokovic, ma non sarebbe stato il favorito contro il n. 54 Arthur Rinderknech, che aveva superato Alexander Zverev e Daniil Medvedev, e che sembrava essere una spanna sopra.
E invece Valentin Vacherot ce l'ha fatta: nonostante fosse una riserva nelle qualificazioni prima del torneo, ha vinto il primo titolo ATP della storia del Principato di Monaco al Masters 1000 di Shanghai. Un risultato storico, visto che è anche il classificato più basso della storia a vincere un torneo così prestigioso.
Le parole del monegasco a fine match
Buona partenza di Rinderknech
Entrambi i giocatori hanno iniziato vincendo facilmente i loro primi giochi, senza farsi prendere dall'emozione. Ma non è durata, perché Vacherot ha subito un break nel terzo gioco per dare vantaggio al cugino francese. Rinderknech è stato molto solido al servizio e non ha esitato a fare delle volée per disturbare il suo rivale, concludendo molti punti in questo modo.
Il monegasco si è comunque ripreso rapidamente, ma è sembrato difficile per lui recuperare il break perso. Rinderknech non ha mostrato indecisioni sulla prima e ha continuato a servire per il set. Alla fine ha concluso il parziale con un ace, dimostrando la sua forza mentale, ed era difficile capire come avrebbe potuto perdere questa partita.
Vacherot reagisce
Vacherot tuttavia sembrava aver ritrovato la sua solidità al servizio all'inizio del secondo set, mentre il francese dava l'impressione di aspettare solo un calo di prestazioni prima di entrare in azione per chiudere il match.
Il monegasco in effetti sembrava a un passo dalla sconfitta, ma ha stretto i denti e alcune prime di qualità gli sono arrivate in soccorso nei momenti difficili. Alla fine ha avuto un'occasione d'oro sul 4-3, ma Rinderknech l'ha salvata con un ace a 219 km/h.
La seconda però non se l'è fatta scappare: con uno splendido vincente di rovescio lungolinea Vacherot si è guadagnato il diritto di servire per il set. La stanchezza del francese a quel punto è sembrata evidente e il monegasco ha sfruttato l'occasione per rimettere in piedi la partita. Da quel momento in poi, l'incertezza su chi avrebbe vinto è stata totale.
Il monegasco può sognare
Il momento però era favorevole a Vacherot, che sulla scia dell'ottimo finale della seconda frazione ha avuto tre palle break all'inizio del set decisivo, sfruttando la terza con un altro vincente. A quel punto doveva solo tenere il servizio per sollevare il trofeo, e il francese è stato sul punto di cedere ancora il suo, salvando miracolosamente tre doppie palle break per rimanere in vita.
Ma Vacherot era al settimo cielo, ha mancato altre quattro palle break e ha visto il suo rivale uscire per un medical time-out, in evidente stato fisico precario. Il monegasco però non si è fatto distrarre, mostrandosi inaffondabile. E non ha nemmeno avuto bisogno di servire per vincere il match.
Rinderknech infatti non ce la faceva più e non aveva forza per ribaltare la situazione. Al nono gioco si è arreso cedendo di nuovo il servizio e perdendo così 4-6, 6-3, 6-3 la finale del Masters 1000 di Shanghai contro il meno quotato cugino. La favola dei due cugini in finale si è conclusa così nel modo più fantasioso possibile, con il monegasco che ora da n. 204 ATP salirà fino alla 40ª posizione.