Puntare su Rudi Garcia, un'altra idea di De Laurentiis che ha spiazzato tutti

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Puntare su Rudi Garcia, un'altra idea di De Laurentiis che ha spiazzato tutti
Puntuare su Rudi Garcia, un'altra idea di Del Laurentiis che ha spiazzato tutti
Puntuare su Rudi Garcia, un'altra idea di Del Laurentiis che ha spiazzato tutti
AFP
In molti si sono chiesti il perché della scelta del patron del Napoli, che palesa ormai una fiducia esuberante nei propri mezzi

Il coup de théatre che non ti aspetti. La parola in francese non è casuale, perché l'arrivo di Rudi Garcia al Napoli è di quelli inaspettati, che davvero pochi avrebbero potuto immaginare. Ma è anche una di quelle manovre tipiche dell'istrionico presidente Aurelio De Laurentiis, che adesso dopo aver finalmente vinto sente la potenza pervadere ogni sua vena.

Una fiducia smisurata nelle proprie decisioni che lo ha portato dunque a un'idea impensabile ai più. Ma la sua coscienza da presunto rivoluzionario del pallone lo ha spinto a puntare su un tecnico la cui parte ultima della carriera era stata davvero poco gratificante. Per di più in Arabia, dove aveva avuto a che fare con l'ego smisurato di un Cristiano Ronaldo in declino. Una scelta da folli, direbbe qualcuno. E, in effetti, visto che di follie con il portafogli non è solito farle, De Laurentiis ha optato per la via più sottile. E ovviamente meno dispendiosa.

Modulo, ma non solo

Aurelio De Laurentiis
Profimedia

Sebbene il patron azzurro abbia assicurato di aver scelto l'allenatore francese in quanto esperto nella gestione di quel 4-3-3 a lui tanto caro (probabilmente perché vincente), era chiaro che, nonostante lo status di campioni d'Italia gli azzurri non avrebbero potuto puntare a nessun allenatore che potesse offrire un'idea calcistica più solida di quella di Spalletti.

Scartate le chimere Klopp e Guardiola, si è compreso che il paradosso che attanaglia il Golfo in questo momento è caratterizzato da una combinazione tra l'esigenza di riaffermarsi e la patente impossibilità di trovare un condottiero più abile di colui che ha lasciato la barca sulle sponde partenopee. La scelta di uno skipper come Garcia, che in Europa vanta comunque alcuni exploit e conosce il campionato italiano, risponde al bisogno di mettersi subito a lavoro con un tecnico in qualche modo pronto.

Impronta

"Non toccherò molto di quanto fatto da Spalletti, ma metterò la mia impronta". Al di là di quanto il suo gioco, più o meno diretto, possa attecchire in un meccanismo già molto oliato ma che ha perso il suo capo meccanico all'artefice di tutto, Garcia è consapevole di aver accettato una sfida importante. Con il console di Francia presente, la solennità dell'evento è stata importante, sebbene il tecnico transalpino abbia voluto chiarire una cosa: "Io non ho paura di niente".

Del resto, sebbene per alcuni Garcia non abbia nulla da perdere, questo discorso potrebbe anche essere visto al contrario. Perché dopo quanto fatto da Luciano Spalletti, capace di vincere uno Scudetto 33 anni dopo in una piazza difficilissima da gestire, quasi tutti i possibili rimpiazzi sembrerebbero sulla carta poco efficaci rispetto al maestro di calcio di Certaldo. Ancora di più lo è sembrato Garcia, fuori dal calcio che conta da tre anni e mai davvero noto per essere il fautore di un calcio celestiale.

La sfida, però, è ormai lanciata. Dietro di lui il francese ha l'esperienza di una doppietta con il Lille nel 2011 da quasi sconosciuto e la familiarità con piazze calde come Roma e Marsiglia. Davanti, per ora, c'è il nulla. Anzi, ci sono quelle Colonne d'Ercole che con lo scudo da campione d'Italia dovrà valicare per andare verso l'ignoto, puntando a migliorare un'imbarcazione che adesso, gioco forza, dovrà per forza affrontare le tempeste.