"Cerchiamo di pensare al calcio, però non possiamo tirare una riga nera su tutto quanto". Parole di Evelina Christillin (66), membro del Consiglio Fifa, che presenta il Qatar come un paese nel quale "vige un equilibrio molto delicato sul tema dei diritti umani". Intervistata da Radio24 la torinese si è augurata un clima sereno durante il torneo: "Spero che non ci siano proteste ma non per ignorare il problema, perché esiste. Non è stata data ancora risposta al capitano dell'Inghilterra, Harry Kane, sulla sua volontà d'indossare la fascia di capitano con i colori arcobaleno, mentre non sarà permesso in allenamento l'uso delle magliette con la scritta 'Save human rights', quindi è un equilibrio molto delicato".
Parole che lasciano capire quanto sia labile il confine tra ciò che sarà permesso e ciò che non si potrà vedere nell'emirato. La Christillin, tuttavia, ha voluto tranquillizzare tutti dal punto di vista della preparazione del grande evento: "A livello organizzativo posso garantire che è tutto perfetto e anche il fatto che ci siano otto stadi così vicini rende le cose più semplici. Bisogna adattarsi a pensare che il calcio non sia solo europeo e sudamericano, però cerchiamo di scegliere dei Paesi dove magari questo genere di radicalismi non sia così evidente".
Per la dirigente piemontese, tuttavia, risulta alquanto strano che Blatter abbia ammesso che era stato un errore quello di assegnare i Mondiali a un paese "troppo piccolo".