Per molti, il secondo è il primo a perdere, specialmente in una finale dei Mondiali. Kylian Mbappé, però, ieri non ha perso. Almeno non lui, fenomeno solista in uno sport collettivo. Quando ha caricato il tiro al volo del 2-2, non ha nemmeno voluto pensare a uno stop. Qualcosa che chiunque altro avrebbe fatto. E invece la molla potentissima presente nel suo piede destro, unita a una coordinazione privilegiata, gli ha permesso di portare la Francia a un inaspettato pareggio, due minuti dopo il primo centro su rigore.
Gli altri due penalty, quello del 3-3 e il primo della serie definitiva, li ha messi dentro con la stessa freddezza. E anche con un po' di fortuna, una dote necessaria a questi livelli. Poi, i compagni lo hanno tradito. Certo, vincere da solo è impossibile ma per quanto fatto vedere ieri il 10 francese ha fatto persino più di Lionel Messi, superandolo tra l'altro al fotofinish nella classifica marcatori del Mondiale. Se si facesse un appello globale a chi ha mai realizzato una tripletta in una finale dell'evento calcistico per eccellenza, nessuno potrebbe rispondere tranne lui e Geoff Hurst, campione del Mondo nel 1966 ma con un gol fantasma. Sebbene il pallone non lo avrà portato a casa per via della sconfitta ai calci di rigore, il nativo di Bondy ha mostrato a tutti che non solo il futuro è suo, ma anche che un'abnegazione fuori dal comune.
Lui che, a differenza di Messi, aveva dovuto lottare quasi da solo per il mancato sostegno del centrocampo, è venuto fuori in pochi secondi con due giocate non banali. Perché un rigore in finale dei Mondiali, così come accaduto per l'argentino, non è una giocata semplice da eseguire. Poi, però, la sassata perfettamente indirizzata nell'angolo alla sinistra del portiere avversario ha dissipato i dubbi sulla sua classe.
Autore di otto reti in un Mondiale, Mbappé eguaglia così il record di Ronaldo Nazario, centravanti del Brasile campione del mondo nel 2002, che però in quell'occasione vinse la classifica cannonieri senza neanche un rigore. Sono invece 12 i gol totali ai Mondiali, esattamente come quelli siglati da un certo Pelé, che alla sua età si era imposto già due volte nel torneo più importante e trascendente di tutti. In quel caso, però, la Perla Nera aveva appena disputato il Mondiale di Cile 1962, mentre il transalpino è stato protagonista assoluto della cavalcata della sua nazionale, tenendola in vita praticamente da solo fino alla fine.
Lo sguardo inespressivo al momento di raccogliere il premio di Scarpa d'oro del Mondiale era figlio di una rabbia che Mbappé farà esplodere ancora più forte nel futuro immediato. Quel futuro che è suo e che ha nel mirino i 16 gol mondiali di Miroslav Klose, recordman assoluto ma con quattro mondiali nel suo curriculum.