L'aveva "spoilerato" ieri il capo delegazione azzurro Gianluigi Buffon: sarà una vecchia gloria azzurra come Gennaro Gattuso a prendersi sulle spalle l'Italia con la speranza di qualificarsi per la Coppa del Mondo 2026 nonostante il ko in Norvegia.
Sebbene i candidati forti erano inizialmente altri, e molti pababili nuovi ct non sarebbero stati in grado di accettare perchè coinvolti in altri progetti, quello di Gattuso è il profilo di un allenatore "fidato", scelto perché sa cosa significa vestire la maglia azzurra.
È stato questo, infatti, il requisito voluto dalla Federazione: la vittoria del 2006 e il sudore versato nelle sue 73 presenze sono stati considerati più dei successi ottenuti singolarmente come allenatore.
Gattuso non si può infatti considerare un tecnico vincente, ma neanche uno sprovveduto: alle sue spalle ha ormai collezionato diverse esperienze, quasi tutte brevi, nelle quali non è riuscito ad incidere fino in fondo, venendo ricordato anche per qualche vigoroso sfogo pubblico come il celebre "sometimes maybe good, sometimes maybe sh*t" famoso in tutto il mondo.
Curriculum variegato
Ma può comunque vantare ormai un curriculum di un certo spessore, ricco di altalenanti esperienze all'estero in contesti anche non semplici (Sion, OFI Creta, Valencia, Olympique Marsiglia e Hajduk Spalato) partecipando alle coppe europee e anche una parentesi in un club glorioso come il Milan, dove vinse tutto da calciatore.
Con l'Italia sarà sicuramente diverso, ma l'allenatore di origini calabresi darà sicuramente tutto come ha sempre fatto in carriera a partire dai due match in programma a settembre, in cui sarà impossibile fallire per non perdere ulteriore terreno dalla capolista del raggruppamento, la Norvegia.

Dal punto di vista tattico, Gattuso ha quasi sempre adottato una difesa a quattro ispirandosi, quando ha iniziato a sedere in panchina, al suo grande mentore Carlo Ancelotti.
Difesa: si torna a quattro?
È andata così in tutte le sue avventure italiane: a Palermo in B, poi a Pisa in C (dove vinse un'epica finale playoff contro il Foggia di Roberto De Zerbi), poi al Milan e infine al Napoli, che condusse alla vittoria della Coppa Italia nel 2020 ai rigori contro la Juventus.
Un motivo per credere maggiormente all'impostazione della fase difensiva a quattro è dovuto anche al recente passato: per mettere una pietra sopra all'era del suo predecessore Luciano Spalletti, e iniziare un nuovo ciclo mettendosi alle spalle quello passato, Gattuso potrebbe simbolicamente ripartire proprio dal modulo e scegliere una soluzione più sua anche per dare a tutti un cenno di cambiamento.
4-3-3, 4-2-3-1 o 4-3-2-1, cambia relativamente poco. Di certo Gattuso non è solo un motivatore dal carattere forte ma un mister preparato, e con un bagaglio personale non indifferente.
GRAVINA: "UN SIMBOLO DEL CALCIO ITALIANO, L'AZZURRO PER LUI UNA SECONDA PELLE"
Sugli uomini, poi, niente è da escludere: ha già allenato Alex Meret, Giovanni Di Lorenzo e Matteo Politano al Napoli, Gianluigi Donnarumma, Manuel Locatelli, Raoul Bellanova e Matteo Gabbia al Milan. Ma sicuramente a settembre "Ringhio" troverà giocatori maggiormente freschi dal punto di vista fisico, e meno spremuti dell'ultima versione offerta tra Oslo e Reggio Emilia. Con l'imbarazzo della scelta potrà dunque dare la sua impronta partendo dalle convocazioni.