Un percorso sempre più orientato verso la dimensione 'impresa sociale', ma anche un presidio sul territorio e uno strumento per accompagnare e sostenere la tutela e la valorizzazione del benessere della comunità nazionale. È la fotografia, scattata dalla decima edizione del 'Bilancio integrato Figc', della evoluzione del modello di gestione della Federcalcio, che conta 1,5 milioni di tesserati e che, limitando il discorso soltanto al professionismo, dà al Paese un ritorno in termini fiscali e previdenziali pari a 20,5 euro per ogni euro investito, generando un eccezionale impatto socio-economico.
Oltre a rappresentare un settore rilevante (quasi sette miliardi di ricavi diretti e un impatto sul Pil di 12,4), l'ecosistema calcio prosegue nel suo impegno nell'ambito dei diritti umani e della tutela ambientale: quasi un milione di studenti, ad esempio, è stato coinvolto nel progetto 'Valori in rete'.
"Per la sua capacità unica di unire, il calcio ha una responsabilità che va oltre la competizione - afferma il presidente Figc, Gabriele Gravina -. Per questo la Federazione ha intrapreso un percorso nel campo della sostenibilità sociale e ambientale. Vogliamo che il calcio diventi motore di cambiamento, capace di produrre valore duraturo per la comunità.
"Il documento - prosegue Gravina - rendiconta i risultati ottenuti in un anno di straordinaria evoluzione, dove abbiamo abbracciato sfide che sembravano distanti dal nostro mondo e che, invece, hanno generato un impatto molto positivo. Inclusione, valorizzazione dei giovani, educazione, tutela della salute e dell'ambiente, sono solo alcuni dei temi che fanno oggi del calcio una piattaforma sociale senza eguali, che merita ancora maggiore attenzione per l'impegno e per i risultati a vantaggio della società civile".
