"Una giornata dura". Così è stata definita dagli avvocati dei familiari di Maradona l'udienza di oggi al processo sulla morte di Diego Maradona, dove è stato esibito il filmato dell'autopsia e hanno testimoniato i medici legali che l'hanno eseguita.
"È stata una giornata sicuramente dura ma importante per illustrare al tribunale quello che emerge con sempre maggiore chiarezza, cioè la quantità di liquidi che Diego aveva accumulato nel corpo", ha affermato all'uscita del tribunale l'avvocato delle figlie Dalma e Gianinna, Fernando Burlando.
"C'era liquido nei polmoni e in altre cavità, erano 4 litri, e questo dimostra che l'edema che aveva Diego non era prodotto di un'emergenza improvvisa perché una tale quantità di liquido non si produce in poche ore e quindi si poteva evitare", ha aggiunto Burlando.
Allo stesso modo anche l'avvocato della seconda moglie di Maradona, Veronica Ojeda, ha sottolineato la durezza delle immagini esibite.
"È stato durissimo vedere lo stato in cui hanno abbandonato Diego", ha affermato Mario Baudry. L'udienza di oggi non è stata trasmessa in diretta e quindi non sono trapelate immagini dell'autopsia ma è ancora fresco in Argentina il ricordo dello shock che produsse l'esibizione da parte del Pm Patricio Ferrari di una foto del cadavere di Maradona ancora adagiato sul letto e visibilmente gonfio.
L'esito della testimonianza e la tremenda ipotesi
Diego Maradona avrebbe sofferto una lunga agonia prima del decesso. Ad affermarlo oggi, durante la testimonianza resa nel processo in corso a Buenos Aires per stabilire eventuali responsabilità sulla morte della stella argentina del calcio è uno dei forensi che hanno eseguito l'autopsia.
"Nel cuore abbiamo trovato un coagulo di colore rossiccio che compare solo in caso di una lunga agonia, forse anche di 12 ore, durante la quale non ha ricevuto cure", ha detto il medico legale della Polizia scientifica Carlos Mauricio Cassinelli, uno dei cinque periti che hanno firmato il referto dopo l'esame del cadavere.
L'autopsia ha stabilito che Maradona è morto il 25 novembre del 2020 per un "edema polmonare acuto dovuto a insufficienza cardiaca congestizia acuta e cardiomiopatia dilatativa", ma tale quadro, sostengono i periti, si è sviluppato e aggravato nel corso di diversi giorni.
"Non si produce in un giorno, né in due, né in tre, è un quadro che va progredendo. Si tratta di almeno 10 giorni", ha detto Cassinelli.
La testimonianza dei forensi è in linea con le ipotesi del pubblico ministero e della querela, che accusano lo staff medico a carico delle cure di Maradona di averlo letteralmente lasciato morire.
Il processo vede imputati per omicidio semplice con dolo eventuale, oltre al neurochirurgo Leopoldo Luque, anche altre sei persone incaricate di seguire la degenza di Maradona dopo un intervento chirurgico per un ematoma alla testa.