Al Sinigaglia va in scena un pareggio che racconta molto più di quanto non dica lo 0-0 finale. È stata una partita viva e sorprendentemente equilibrata, in cui Como e Cagliari si sono affrontati a viso aperto, mantenendo alto il ritmo e regalando momenti di buon calcio nonostante l’assenza di reti.
La squadra di Fàbregas conferma il proprio momento positivo, mostrando ancora una volta solidità e organizzazione: il pari vale infatti come nono risultato utile consecutivo, un segnale di continuità che dà forza al progetto lariano. Dall’altra parte, il Cagliari di Pisacane torna a respirare dopo settimane difficili: lo 0-0 interrompe la striscia negativa e allontana lo spettro del quarto ko nelle ultime cinque e del terzo consecutivo.
Un punto per uno, dunque, che non accontenta pienamente nessuno ma che, per motivi diversi, fa bene a entrambi.
Il VAR cancella la gioia rossoblù
L’avvio di gara vede i padroni di casa provare subito a stabilirsi nella metà campo avversaria con il consueto possesso palla ipnotico. Al 4’ Morata combina bene con Paz, ma il suo tentativo di dribbling in area si infrange contro la copertura attenta di Mina. Poco dopo, Addai finisce giù in area dopo un contatto con Obert: qualche protesta, ma l’arbitro lascia correre. Decisione corretta, non c’è rigore.
Il momento che avrebbe potuto cambiare la partita arriva al 19’. Palestra affonda sulla sinistra e mette in mezzo un cross teso: Valle, nel tentativo di respingere in angolo, devia nella propria porta e Butez può solo raccogliere il pallone incolpevole dal fondo della rete. Ma la festa dura un battito di ciglia: il VAR richiama il direttore di gara e il gol viene annullato per un precedente fallo dello stesso Palestra su Valle a inizio azione. Si resta sullo 0-0, con un sospiro di sollievo che attraversa la panchina lombarda.
Il Como, scampato il pericolo, prende coraggio e prova a spingere: Diao al 23’ non arriva di poco su un cross invitante di Perrone, mentre Addai al 32’ inventa una percussione centrale, salta due uomini e lascia partire un sinistro potente che Caprile devia in angolo. Il portiere cagliaritano è tra i migliori: poco dopo risponde anche a un tiro improvviso di Nico Paz da fuori area.
Nel finale di frazione le emozioni si accendono su entrambi i fronti. Al 38’ Felici approfitta di un errore in uscita di Smolčić, ma il suo destro è troppo centrale; sul ribaltamento Morata fallisce una buona occasione lisciando la conclusione, e subito dopo Valle spreca un’occasione clamorosa a pochi passi dalla porta, murato in extremis dai difensori rossoblù sul colpo sicuro in corsa.
Caprile decisivo
La seconda frazione si apre con un cambio tra le fila del Como: Jesús Rodríguez entra al posto di Diao. Una sostituzione che non modifica il copione del match: tanto equilibrio, pochi spazi e un ritmo sempre altissimo.
Al 50’ il Como sfiora il vantaggio con la prima vera fiammata della ripresa. Caqueret vede il varco e serve con precisione Morata in area, ma Luperto legge perfettamente la giocata e sventa tutto con un intervento provvidenziale. Sul corner che segue, lo spagnolo si avvita e calcia di prima intenzione: la girata è potente e ben eseguita, ma Caprile, piazzato al centro della porta, blocca con sicurezza un pallone troppo centrale per sorprenderlo.
Pisacane capisce il momento difficile dei suoi e al 53’ opera il primo cambio: dentro Adopo al posto di Gaetano, per dare più gamba e densità alla mediana. Il Como, però, non rallenta. Al 57’ doppia occasione clamorosa: prima Nico Paz impegna Caprile con un destro a giro che il portiere devia in angolo; poi, pochi secondi dopo, è Jesús Rodríguez a rendersi pericoloso, ma anche stavolta il numero uno cagliaritano si oppone in uscita bassa con un intervento provvidenziale.

L'ultima mezz'ora di partita, invece, scorre senza ulteriori grandi occasioni, se non per uno scavetto di Luvumbo ben respinto da Butez. Dall'altra parte, la difesa del Cagliari resta attenta e il tempo scade sullo 0-0, un pari che rispecchia l’equilibrio della ripresa e premia entrambe le squadre.
