Riad come crocevia, la Supercoppa come specchio. Napoli e Milan si presentano alla 38ª edizione del trofeo con stati d’animo diversi, ma la stessa urgenza: ritrovare certezze. È una semifinale che pesa più di quanto dica il calendario, perché chi esce stasera porta con sé non solo una sconfitta, ma una scia di interrogativi destinati ad accompagnarlo fino a Natale e oltre.
Il Milan difende il titolo conquistato un anno fa e sogna il bis. Il Napoli, invece, non alza la Supercoppa da oltre dieci anni e arriva in Arabia Saudita con qualche crepa nell’armatura: due sconfitte consecutive tra campionato e Champions, l’ultima un doloroso 1-0 a Udine, hanno incrinato una squadra che solo poco tempo fa sembrava inarrestabile. Eppure, lo Scudetto è lì, a portata di mano: le prime tre della Serie A sono racchiuse in due punti, segno che tutto può ancora cambiare.

Conte e Allegri in cerca di un sorriso
Per Antonio Conte questa partita è un bivio emotivo prima ancora che tattico. Un terzo ko consecutivo farebbe rumore in un ambiente come quello napoletano, che vive ogni risultato come un sismografo dell’umore collettivo. Il Napoli, inoltre, deve ritrovare solidità: non mantiene la porta inviolata da quattro partite. Vincere la Supercoppa sarebbe quindi il modo più diretto per rimettere insieme i cocci e riaccendere quella brillantezza che aveva accompagnato l’inizio di stagione.
Dall’altra parte, il Milan di Massimiliano Allegri viaggia su binari più stabili, ma non senza scossoni. Il 2-2 col Sassuolo ha consegnato la vetta all’Inter e certificato un dato che inquieta Max: cinque pareggi nelle ultime undici gare ufficiali. Troppi, per chi vuole dare l’assalto allo Scudetto. L’eliminazione dalla Coppa Italia pesa ancora, e uscire anche dalla Supercoppa significherebbe ritrovarsi a Natale con due obiettivi già sfumati. Non è un dettaglio, anche se la stagione resta lunga e l’agenda, più libera, può diventare un alleato nella corsa al titolo.
Conte e Allegri si conoscono come pochi, legati da un passato comune che ha segnato la storia della Juventus. Due uomini di calcio, due allenatori dalla mentalità feroce, capaci di leggere i momenti decisivi con una lucidità unica. Entrambi hanno costruito le loro squadre su principi ben precisi: solidità difensiva, disciplina tattica, e la capacità di fare delle partite vere e proprie battaglie.
Conte, con il suo Napoli, ha osato cercare una nuova dimensione, spingendo la squadra verso un gioco più propositivo, più offensivo. Ma le difficoltà, tra infortuni e risultati altalenanti, lo hanno costretto a fare un passo indietro, a ritornare su una base più equilibrata.
Allegri, invece, continua a contare sull’esperienza dei suoi uomini di fiducia, cercando risposte da chi conosce il peso delle grandi sfide. In questo momento, è a lui che si rivolgono le speranze di un Milan che vuole tornare a brillare. E se da un lato Nkunku sta cercando di ritagliarsi un ruolo da protagonista, dall’altro Max deve fare i conti con la gestione delle forze, con Jashari e Estupiñán pronti a insidiare posizioni consolidate come quelle di Modrić e Bartesaghi e a spingere per una maglia da titolare.
Tante assenze nel primo confronto di sempre in Supercoppa
Le assenze comunque pesano da entrambe le parti e rendono le scelte un rebus: Meret, Anguissa, De Bruyne e Gilmour da una parte; Gabbia, Giménez e Leão dall’altra. Rose accorciate, energie da dosare pensando anche a un’eventuale finale. È anche per questo che la partita promette di essere tesa, nervosa, giocata più sui dettagli che sull’estro.
Un dato aggiunge pepe alla serata: sarà il primo incrocio di sempre tra Napoli e Milan in Supercoppa Italiana. Negli scontri diretti recenti il Milan ha avuto qualcosa in più, con quattro vittorie nelle ultime otto, compreso il 2-1 di settembre a San Siro. Ma Riad è terra neutra, e la Supercoppa ha spesso ribaltato gerarchie e certezze.
