Con la rabbia e la spinta di un Olimpico come al solito infuocato, la Roma ha approcciato la sfida contro il Lecce con i giri al massimo all'inizio. Dopo cinque minuti, infatti, il falso nueve Dybala si vestiva da Dovbyk, assente per indisposizione, per svettare su tutti di testa e costringere Falcone a un doppio intervento sporco ma efficace. Con una difesa a cinque per impedire le discese sugli esterni romanisti, la squadra salentina ha da subito dato l'impressione di voler restare basso, forse anche troppo.
Ma la voglia di fare della Roma era troppo forte, e dopo una palla rubata da Kone El Shaarawy imbeccava benissimo Saelemaekers, che al 13esimo in spaccata trovava col mancino, deviato da un difensore, l'angolino lontano battendo Falcone. Un gol atteso da tre mesi, ossia il tempo trascorso dal belga per riprendersi dalla frattura del malleolo.
Era l'iniezione di fiducia perfetta per i padroni di casa, che mantenevano viva la voglia di andare ancora in gol. Dopo un periodo di gestione era nuovamente Dybala di testa a sfiorare il gol, ma la sua conclusione, anche questa sporcata, veniva poi salvata sulla linea da un difensore, con la palla che poi veniva abbrancata da Falcone. Un minuto dopo una ripartenza del Lecce si concretizzava in un inserimento in area di Coulibaly, che veniva ostacolato in modo concreto da Abdulhamid, entrato poco prima per l'infortunato Celik. Un contatto che per Chiffi era da calcio di rigore. E dal dischetto Krstovic era glaciale e preciso, spiazzando Svilar per pescare il gol dell'1-1.
Bisognosa di vincere in quello che, da quanto dice la classifica, la Roma partiva a razzo nella ripresa. Al 49esimo Paredes scaldava i guantoni di Falcone con una botta fortissima ma centrale da trenta metri, e venti secondi dopo imbeccava in verticale Saelemaekers, il cui destro però veniva respinto dal portiere salentino. L'arrembaggio totale era però impostato: prima un diagonale di Dybala sibilava vicinissimo al palo opposto, e poco prima del 60esimo il neo entrato Pisilli sparava centrale su Falcone, graziandolo.
La parola resa, però, non era contemplata dalla squadra di Ranieri. E al 59esimo dalla destra El Shaarawy metteva in mezzo a giro trovando l'avvitamento di Mancini, che da capitano andava a salvare la sua squadra trovando in spaccata di testa il gol del 2-1. E col passare del tempo la convinzione nella testa dei capitolini si faceva sempre più grande, come dimostrato dal gol di Pisilli al 66esimo. Un gol arrivato dopo una discesa di Abdulhamid, che si rifaceva dopo aver provocato il penalty del pari, e crossava basso arretrato per il giovane centrocampista, che trovava il colpo di biliardo nell'angolino basso, prendendo in controtempo Falcone.
Il finale vedeva il contropiede di Kone chiudere definitivamente i giochi, e poi oltre il 90esimo Berisha prendere il palo con una gran botta da fuori, come a voler onorare gli ultimi minuti della sfida. Ma alla fine il 4-1 legittimava la performance della squadra di Ranieri, che dopo sei partite ritrovava il trionfo e anche il sorriso. Nel segno di un collettivo che sembra finalmente essersi svegliato.
