Negli ultimi anni il mercato invernale della Serie A ha progressivamente perso il ruolo di semplice finestra di riparazione, trasformandosi in uno spazio strategico sempre più rilevante, capace di generare operazioni di primo piano, cessioni eccellenti e investimenti significativi.
L’analisi delle ultime tre sessioni di gennaio mostra un’evoluzione chiara: dalla prudenza finanziaria alla crescente ambizione, passando per modelli di sostenibilità sempre diversi tra i club.
GRAFICA MAREK
Kvara addio
Il mercato invernale 2024-2025 è stato senza dubbio segnato dalla cessione di Khvicha Kvaratskhelia dal Napoli al Paris Saint-Germain per 70 milioni di euro. Un addio doloroso per i tifosi azzurri, ma coerente con la volontà del georgiano di compiere un ulteriore salto di qualità, coronato immediatamente dalla vittoria della Champions League e del Triplete con il club parigino.
Sul fronte degli acquisti, il Milan ha investito 30,2 milioni per Santiago Gimenez dal Feyenoord, affiancando all’operazione anche il prestito oneroso di João Félix per circa 3 milioni: due mosse che, col senno di poi, non hanno prodotto l’impatto sperato.
Tra le cessioni di peso va ricordato anche Patrick Dorgu, passato dal Lecce al Manchester United per 30 milioni, mentre un forte segnale di ambizione è arrivato dal Como, che ha speso complessivamente 41 milioni per Maxence Caqueret, Anastasios Douvikas e Assane Diao, confermando la solidità del progetto lariano.
Da segnalare anche l’arrivo di Alberto Costa alla Juventus dal Vitória Guimarães, poi rivenduto al Porto in estate, e le scommesse su giovani italiani come quelle fatte su Cesare Casadei dal Torino e Daniel Maldini dall’Atalanta. A livello complessivo, la Serie A ha registrato 168 cessioni per circa 190 milioni e 103 acquisti per 230 milioni, chiudendo la sessione con un saldo negativo di circa 40 milioni.
Dragusin è Spur
Nel gennaio 2023-2024, invece, il quadro era stato differente. I club italiani avevano incassato 137 milioni attraverso 136 cessioni, a fronte di 71 acquisti per poco più di 120 milioni di spesa, con un saldo positivo superiore ai 17 milioni.
Le operazioni più rilevanti, quindi, furono tutte in uscita con Radu Drăgușin dal Genoa al Tottenham per 25 milioni ed Elif Elmas dal Napoli al Lipsia per 24 milioni.
In entrata, l’investimento più alto era stato quello del Napoli per Cyril Ngonge, prelevato dal Verona per 20 milioni. Da ricordare anche il trasferimento di Santiago Castro al Bologna dal Vélez Sarsfield per 13,2 milioni, Tommaso Baldanzi alla Roma dall’Empoli per 11,5 milioni e Isak Hien all’Atalanta per circa 9 milioni.
Saldo positivo
Ancora più prudente era stato il mercato invernale 2022-2023, chiuso con un saldo positivo di 47 milioni. A fronte di 161 cessioni per circa 81 milioni, la Serie A aveva speso solo 33 milioni per 68 acquisti.
Le operazioni principali erano state Jakub Kiwior dallo Spezia all’Arsenal per quasi 20 milioni, Nicolò Zaniolo dalla Roma al Galatasaray per 15 milioni e Jean-Victor Makengo dall’Udinese al Lorient per 11 milioni, oltre ai prestiti di Weston McKennie (Juventus) al Leeds e Ruslan Malinovskyi (Atalanta) al Marsiglia.
Guardando all’imminente mercato invernale 2025-2026, la sensazione è che la Serie A si trovi a un bivio: continuare sulla strada degli investimenti mirati e delle plusvalenze strategiche o tornare a una gestione più difensiva?
