Lazio e Juventus sono scese in campo sotto il peso di un’esigenza chiara: riscattarsi, respirare e ritrovare i tre punti come ossigeno per scacciare un periodo difficile. Da un lato la Vecchia Signora, affamata ma ultimamente spenta davanti alla porta, con troppi gol mancati e prestazioni sotto tono. Dall’altro i biancocelesti, alle prese con emergenze infortuni e un gioco che finora non aveva mai convinto.
Poi è bastato un attimo: un guizzo di Basic, il pallone in rete, e il match è esploso. Non è stato solo un gol, ma una scintilla che ha deciso la serata all’Olimpico. La Juventus ha provato a reagire nella ripresa, ma le reti non sono arrivate: quarto match consecutivo senza segnature per Tudor e i suoi. La Lazio, invece, sorride, risale in classifica e si porta a un solo punto da Atalanta e dalla stessa Juventus.
Regalo di David e Juve in panne
Il sipario si alza all’Olimpico con un ritmo vertiginoso, tra ribaltamenti di fronte continui e prime occasioni già nei minuti iniziali. L’equilibrio dura poco: al 9’, in maniera rocambolesca, la Lazio passa in vantaggio. Jonathan David, in fase di costruzione, sbaglia clamorosamente l’appoggio di testa sulla trequarti e consegna palla a Cataldi. Il centrocampista serve Basic, che, complice una deviazione fortuita di Gatti, trafigge Perin. Un lampo che spezza subito la partita e scatena l’entusiasmo dei tifosi di casa.
La Juventus prova a reagire con vigore, ma la finalizzazione è un problema costante. Cambiaso, David e Vlahovic sprecano tre occasioni nitide: il canadese, servito da Cambiaso dentro l’area, calcia sull’attento Provedel; poco dopo, il duo Cambiaso-Vlahovic non riesce a imprimere il guizzo giusto per ristabilire la parità.
La Lazio, invece, gestisce con intelligenza il possesso, mostrando compattezza e lucidità. Al 30’, Locatelli compie un grave errore in impostazione: Guendouzi si trova a tu per tu con la porta, ma Gatti si oppone con un intervento decisivo. Poco dopo, Vlahovic ha la palla del pareggio dopo una giocata spettacolare di Conceiçao, che brucia Marusic e serve il serbo sul dischetto. L’attaccante però calcia malamente e accusa un lieve infortunio al ginocchio.
Nel complesso, il primo tempo ha confermato le difficoltà note della Juventus: poca incisività e concentrazione, con Cambiaso richiamato più volte da Tudor per corse all’indietro troppo lente e David lontano parente del giocatore ammirato al Lille. La Lazio, pur non attraversando il suo momento migliore, ha sfruttato le crepe avversarie chiudendo la prima frazione avanti, meritando il vantaggio.
Episodi controversi
I primi 45 minuti sono bastati a Tudor per ricevere indicazioni chiare: subito Yildiz entra al posto di Cambiaso, accompagnato da un cambio di modulo pensato per sfondare contro una difesa laziale attenta e compatta. Il talento turco fatica però a trovare subito il ritmo ed è Conceiçao a farsi notare come nel primo tempo, seminando scompiglio e creando pericoli costanti. Tante accelerazioni, sprint e azioni veloci, ma ogni volta che la palla arriva in area, lo spazio sembra evaporare.
Il momento più clamoroso arriva con Vlahovic, che da pochi metri colpisce la traversa su un servizio millimetrico di Kelly, frutto di una buona azione corale. L’episodio sembra segnare una svolta, ma resta ininfluente grazie al fuorigioco precedente del difensore inglese. Poco dopo, McKennie rischia grosso: ammonito al 54’, viene “salvato” da un errore arbitrale clamoroso. Su una ripartenza, il suo fallo su Guendouzi avrebbe meritato un secondo giallo, ma Colombo decide di non fischiare, alimentando nervosismo e polemiche sul terreno di gioco.
Il secondo tempo si trasforma così in un frangente più fisico che tecnico. Al 61’, un altro episodio controverso scuote di nuovo il match: in un’azione confusa in area della Lazio, il piede di Conceiçao viene calpestato da Mario Gila. Il direttore di gara giudica l’intervento insufficiente per il rigore, lasciando dubbi e recriminazioni da entrambe le parti.
Nel frattempo, la tensione sul campo cresce inevitabilmente. La Juventus appare più intraprendente e vogliosa, ma rimane imprecisa e poco cinica in zona gol, mentre la Lazio si affida più alle ripartenze scaldando i guantoni di Perin con i tiri di Dia e Basic.
I cambi provano a dare nuova linfa: Tudor inserisce Kostic e Thuram per David e Koopmeiners, Sarri risponde con Vecino per Basic e Pellegrini per Lazzari, cercando di arginare la spinta bianconera. Al 75’ Thuram colpisce di testa su angolo, ma Provedel dice no con un riflesso prodigioso. Al 79’, Isaksen sfiora il bis con un’azione personale che termina di poco fuori, e l’Olimpico trattiene il respiro.

Nonostante l’assalto finale della Juventus, il muro laziale tiene senza cedimenti. I biancocelesti possono sorridere, mentre Tudor continua a inseguire quella rete che, ancora una volta, non arriva.
