C’è un valore incontestabile attualmente in Serie A. Ed è quello degli stipendi annuali netti da parte dei calciatori a libro paga delle società italiane. Al netto, in questo momento in cima a questo ranking si staglia Dusan Vlahovic con 10,5 milioni di euro di salario, ossia 500 mila euro in più di Victor Osimhen.
I due hanno tante cose in comune: in primis il ruolo di centravanti e la preferenza per il numero 9 dietro le spalle. Ma non solo. Perché sia il serbo sia il nigeriano sono in questo momento due bastoni tra le ruote di Juventus e Napoli, la cui fluidità di manovra sul mercato è bloccata dalle loro manfrine.

Separati in casa
In questo momento, il serbo e il nigeriano non rientrano nei piani rispettivamente di Igor Tudor e Antonio Conte. La questione non è soltanto tecnica, visto che nell'ultima stagione il balcanico era un comprimario alla Juve e il nigeriano neanche ha giocato col Napoli. Il nodo cruciale è quell'elevatissimo salario da top del campionato al quale nessuno dei due sembra voler rinunciare.
Classe 2000, Vlahovic è consapevole di non avere altre opportunità di poter ottenere un salario simile altrove, anche visto il netto calo di rendimento nelle ultime stagioni. A maggior ragione visto l'aumento automatico nell'ultima stagione, quella che sta per iniziare, dove percepirà ben 12 milioni netti, che a bilancio per i bianconeri sono quasi 20. Troppo per un giocatore ormai fuori dall'undici titolare.

Discorso totalmente diverso per Osimhen, che in Europa viene visto come uno dei migliori centravanti ma che si porta dietro la fama di piantagrane, che lo allontana automaticamente da squadre di Premier League, dove la condotta è alla base di ogni reclutamento. Dopo aver rifiutato l'Arabia, il nigeriano ha per il momento la possibilità di effettuare la prima parte del ritiro con la squadra di Antonio Conte, che inizierà a Dimaro il 17 luglio prossimo.
Così come accaduto l’estate scorsa, quando si cercava disperatamente un acquirente, il capocannoniere dell'annata che portò al terzo Scudetto azzurro potrebbe far parte del gruppo durante i giorni di preparazione mentre si attende chi possa soddisfare le esigenze sue e quelle del Napoli. I 10 milioni sono una condicio sine qua non per il classe 1998, che al Galatasaray era stato accontentato proprio per una politica del club turco, che punta molto sull'ingaggio e poco sui cartellini.
Effetto domino?
Le ultime notizie parlano di un possibile ritorno proprio in Turchia da parte del nigeriano, da quanto riporta il Corriere dello Sport. Il vincolo principale, però, è quello della clausola da 75 milioni di euro - valida solo per l'estero - sotto la quale Aurelio De Laurentiis non sarebbe disposto a trattare. La stessa Juventus si è sempre mostrata molto interessata a Osimhen, al quale però dovrebbe garantire l'ingaggio proprio di Vlahovic, che per ora ha rifiutato eventuali rinnovi al ribasso con salari spalmati fino al 2028 e che potrebbe essere ceduto anche per 30 milioni.
La speranza di Comolli è quella di un effetto domino generato dall'addio del serbo, sul quale potrebbe esserci anche il Milan, secondo l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. Solo in quel caso, inoltre, si libererebbe lo slot per poter provare anche a confermare Kolo Muani, che si alternerebbe come centravanti insieme al nuovo acquisto Jonathan David, arrivato a parametro zero.
La stessa formula, guarda caso, con la quale il serbo vorrebbe andar via dalla Vecchia Signora per non rinunciare al suo stipendio faraonico e, non tanto conforme alle prestazioni. L'ultima polemica che lo ha visto protagonista è stata il "like" al post di Bellingham dopo la vittoria del Real Madrid sulla Juve al Mondiale per club, quando il centravanti è rimasto in panchina per tutto l'incontro.

Nel frattempo, il ds dei partenopei Manna è invece bloccato da Osimhen, la cui cessione rappresenterebbe un tesoretto importante per i campioni d'Italia. Come il serbo, anche il nigeriano, però, sembra impuntato sul non rinunciare a un centesimo del contratto firmato a fine 2023 col decreto crescita. In comune, dunque, Dusan e Victor più che il ruolo in campo hanno quell'avidità da eterni adolescenti che non permette loro di fare un passo indietro per poi farne due avanti. E, di conseguenza, apre a una possibile tossica convivenza nel loro ultimo anno di contratto in due ambienti dove non sono più benvoluti.